Presto addio alle chat scolastiche su Whatsapp? Un comune italiano le vieta

Colloqui scuola/famiglia, comunicazioni sul diario, quanti strumenti intermediari scolastici sono stati lievemente alleggeriti dall’uso della tecnologia negli ultimi anni. Le chat di WhatsApp sono oramai consuetudine, al fine di facilitare la comunicazione tra insegnanti e genitori. Ma non sempre queste ultime vengono sfruttate al meglio dalle comunità. Le conseguenze di una cattiva gestione di esse, possono portare una certa diffidenza in merito a certe pratiche. Oppure, in casi estremi, è possibile trovarsele completamente bandite. Per ora il caso è circoscritto ad un solo comune italiano, ma il provvedimento potrebbe estendersi in un futuro prossimo a zone più ampie. Costringendoci ad una riflessione in merito alle chat scolastiche su WhatsApp.
La circostanza
Gli enti comunali di Monte San Savino, in provincia di Arezzo, sono stati i primi sul territorio italiano a compiere questa scelta. Spinti dalle numerose lamentele giunte dal personale scolastico. Secondo cui tali chat erano diventate una riunione perenne. Da impiegare le maestre quasi quanto un secondo lavoro. Con argomenti che non di rado sconfinavano il territorio opportuno. Con la divulgazione quindi di confidenze personali, pubblicità, foto e saluti. Fino a portarle all’esasperazione.
Il caso non è isolato
Non è la prima volta che tali circostanze finiscono oggetto di critiche e discussioni. A dicembre dell’anno scorso, nell’ Istituto comprensivo di Mareno di Piave di Vazzola, era accaduto un qualcosa di simile. Una circolare vietava l’uso di tali pratiche che avevano minato la tranquillità di un istituto. In quel caso la diffida era anche mirata agli alunni, che si trovavano in una condizione di condividere magari materiale poco affine allo scopo del canale d’informazione.
I rischi
Evidentemente certi luoghi virtuali vengono utilizzati con eccessiva leggerezza sia dai genitori che dai loro figli. Senza riflettere che tali ambienti di conversazioni potrebbero essere soggetti a situazioni civili o penali. Ciò è dovuto da una ancora carente educazione digitale nella nostra società contemporanea. Una maggior consapevolezza in questi ambiti dovrebbe portare il singolo individuo ad interagire in luoghi virtuali con la stessa riservatezza, educazione e pertinenza che utilizzerebbe in una conversazione ordinaria. Digital Education Lab da tempo si prefigge l’obiettivo di contribuire a tale causa, sia con i propri corsi che con articoli divulgativi (riguardo questo argomento, scrivendo tale riflessione) delle tematiche di riferimento .