Attivismo su TikTok: come il social è mutato negli anni
Nelle ultime settimane ci siamo soffermati sul dare nuove chiavi di lettura alla comunicazione sui social media. Spesso si tende a stereotipare un portale ed a pensare che sia adatto solo ad uno specifico target. Instagram per gli influencers della moda, Twitter per chi si confronta con l’attualità e la politica e così via. La realtà però è ben diversa ed a volte i social hanno dei risvolti veramente inaspettati. Ad esempio è possibile fare attivismo su TikTok. Vi spieghiamo come analizzando un interessante caso studio.
Le strategie di crescita di TikTok
Da mesi, TikTok sta promuovendo la possibilità per i suoi utenti di diventare ambasciatori del social, spingendoli a far iscrivere anche i propri amici. In cambio dell’iscrizione e della permanenza sulla piattaforma, TikTok concede dei “crediti” riscattabili anche con valuta monetaria. Questo stratagemma adottato gli ha permesso di aumentare di molto il suo bacino d’utenza tanto che oggi, come confermato da questa ricerca, vanta un numero di utenti pari a YouTube. E’ emerso infatti che i giovani passano mediamente 80 minuti al giorno su entrambe le piattaforme.
Un pubblico in crescita significa anche bisogni diversificati
Come abbiamo già detto in passato, su TikTok si può fare di tutto, dall’insegnare la matematica al promuovere forme di attivismo in tempo reale. Per esempio, in questi giorni i video con l’hashtag #blacklivesmatter hanno raggiunto dieci miliardi di visualizzazioni. Una cifra che è destinata a crescere visto che molti telegiornali, per documentare le rivolte avvenute in strada, rilanciano i video creati dagli stessi utenti. Un esempio è l’enorme impatto virale avuto da questo video della folla che balla e canta “Man in the Mirror” di Michael Jackson.
Cosa ha portato l’attivismo su TikTok
Ciò che ha incoraggiato e lanciato il movimento di emancipazione sulla piattaforma è l’aumento da 15 a 60 secondi della durata massima dei video del social. Dando più spazio alla creatività, anche la tipologia dei contenuti generati è variata e gli utenti sono stati più propensi a condividere le loro idee.
Più popolarità comporta non solo tanti vantaggi, ma anche problemi
Avere la stessa popolarità di YouTube implica anche degli aspetti negativi, primo fra tutti la rivalità con questo social. Una situazione che si è tradotta anche in una guerra di contenuti tra i creators delle due piattaforme. Un esempio è la polemica mossa dallo YouTuber CarryMinati alla celebrità di TikTok, Amir Siddiqui, accusandolo di plagio del format ed invitando gli spettatori a segnalare i video dell’altro concorrente. La vicenda ha portato i fan dei due influencers ad un vero e proprio scontro e ad una moltitudine di recensioni negative delle due app, al fine di supportare il proprio beniamino.
Un’impennata di popolarità da dover gestire
L’attivismo può avere una connotazione positiva se porta un messaggio di speranza ed eguaglianza, come nel primo caso. Può invece risultare disgregativo se non si sanno gestire le faide mediatiche, in particolare quelle di grande portata, come quella appena descritta tra i due influencers indiani. In futuro cosa accadrà? Probabilmente, prima o poi, TikTok e YouTube finiranno in qualche modo per collaborare, al fine di evitare che si presentino ulteriori scontri tra i loro rispettivi influencers.