Se il capo della Apple dice: “Passiamo troppo tempo davanti allo smartphone”
Siamo abituati ad alcuni moniti in merito alle ore trascorse sui nostri telefonini. A volte riguardano i più piccoli, ma in linea generale è un discorso in cui far rientrare qualsiasi categoria di persone. Specialisti, medici o persino sociologi ci illustrano le loro perplessità rispetto a tale materia. Ma cosa succede quando, a parlarne, è proprio Tim Cook, a capo della Apple?
L’occasione significativa
La Fortune Magazine Conference di San Francisco è un evento principalmente votato sulle riflessioni sul futuro della tecnologia da parte di giganti del settore. Da Ginni Rometty di IBM fino ad uno al cofondatore di Tencent (Provider cinese), Pony Ma. Due degli esempi delle celebrità invitate come figure d’ispirazione per un mondo più coeso nelle avanguardie. Un focus che ha toccato diverse tematiche, una ha fatto particolarmente scalpore.
Le parole del capo della Apple
“La nostra intenzione era offrire dispositivi per fare in modo che la gente facesse cose che prima erano impossibili” Ha dichiarato in Ceo dell’azienda. “Ma se tutta la giornata viene assorbita dagli Smartphone, vuol dire che li si impiega troppo“, ha aggiunto Cook. Aggiungendo che sono in molti in questa posizione e che stanno riflettendo su una maniera utile per dar loro una mano.
Troppo tempo davanti a uno Smartphone: la Apple prova la soluzione.
A riguardo, non si sa bene dove finisca l’autocritica e dove inizi lo spot mediatico. Considerando che la multinazionale in questo periodo stia sponsorizzando “Screen Time”. Presentato a inizio giugno durante la conferenza degli sviluppatori. Tramite questo strumento sarà possibile mostrare all’utente quanto tempo passa in media al giorno al terminale, sia con le app che in generale. Impostando anche blocchi che costringano a fermarsi oltre certi limiti. Parallelamente anche Android si sta muovendo in tale direzione con un qualcosa di ufficiale da parte di Google.
Soluzioni davvero innovative? Non proprio
“Social Fever”, “Forest: Stay Focused” o anche “SmartDetox” sono alcuni esempi di app che hanno da anni la medesima funzione di moderare l’uso di device. Funzionano più o meno tutte stabilendo un tempo limite periodico, fornendo dei piccoli “premi” al raggiungimento dello scopo prefissato. Trasformando una risoluzione di un problema come se si interpretasse un gioco.
Funzionano davvero?
Ce lo domandiamo, e responsabilmente, ci teniamo qualche dubbio. La validità del controllo certamente più efficace se si mescola a un buon impatto motivazionale, che può realmente farci un po’ “disintossicare” dai monitor. Ma l’elemento più importante riguarda l’educazione che bisogna offrire a sé stessi e a chi ci sta intorno in merito a questa materia così delicata.
Non è possibile ad esempio considerare nello stesso modo la questione dell’assuefazione da Smartphone al pari di una dipendenza da nicotina. La sigaretta è pericolosa sempre, la tecnologia moderatamente impiegata, ti migliora l’esistenza. Diventa di quindi vitale importanza conoscere e interiorizzare una consapevolezza di certe tematiche.