Chat professori e studenti: quando è lecito e quando no

Le comunicazioni scolastiche da anni utilizzano Whatsapp per essere più istantanee e ottimizzate. C’è chi le considera una scocciatura, chi un sistema irrinunciabile. Su un aspetto però dovremmo essere tutti d’accordo: tutti dovrebbero essere consci del fatto che questo meccanismo comporti dei diritti e dei doveri. Soprattutto le chat professori-studenti.
Non solo tra genitori
Il portale Skuola.Net ha rilevato un importante campione di studenti coinvolti in chat che riguardano almeno 1 prof. su 2000 studenti, almeno il 60% ne ha avuta una durante la sua carriera scolastica. Ben due su tre sono invece sicuri di aver avuto una conversazione privata con un insegnante. Fortunatamente solo il 12% delle chat private professori e studenti riguardava argomenti extrascolastici.
Ci sono delle regole a riguardo le chat professori e studenti?
Sì, di base i singoli istituti dovrebbero regolamentare questo aspetto. Da una parte stare attenti alla privacy degli studenti, dall’altra accertarsi di quanto l’adulto sia corretto. In caso di discorsi oltre i temi scolastici è possibile rischiare varie sanzioni. Dal rimprovero formale fino al licenziamento. Anche gli studenti però rischiano accuse penali.
Esiste un vademecum ufficiale da prendere in considerazione?
Sì, ed è stato proposto dall’Associazione Nazionale dei presidi nella sede del Lazio. Una serie di disposizioni che dovrebbero salvaguardare innanzitutto la serenità delle parti in causa. Più che una regolamentazione di galateo digitale è una lista di consigli a tutto tondo.
Esempi
L’Anp Lazio consiglia ai docenti e dirigenti di evitare l’uso di chat di gruppo con genitori e di stringere amicizie sui social newtork con gli studenti. Sottolinea l’importanza di avere un profilo chiuso o comunque privato e fare attenzione alla diffusione di foto private. Chiedendo ai genitori di usare con parsimonia le chat, soprattutto di non chiedere i compiti a casa tramite questo strumento e stare attenti innanzitutto alle circolari scolastiche.
Quali sono i rischi di chat poco a norma?
Se da una parte sono chiari a tutti i rischi che può avere il personale scolastico nell’abusare dello strumento digitale, meno noti sono invece i rischi di un uso imprudente o superficiale del mezzo da parte di alunni. Perché dai 14 anni in su, si è personalmente responsabili dei reati posti in essere e a sé ascrivibili. Dalla diffamazione, fino alla violazione della privacy, sostituzione di persona e altri.
Cosa dice la legge di preciso?
Le regole per le chat tra professori e studenti devono rispettare le basi fornite dagli Istituti scolastici, per l’autonomia che viene indicata dalla Dpr n. 275/1999. All’interno del regolamento interno dell’istituto dovremmo trovare le disposizioni su forme e modalità di comunicazione che si ritiene più adeguate a quell’ambiente. Inoltre, il contratto collettivo del comparto Istruzione e Ricerca evidenzia specifiche sanzioni disciplinari variabili in caso di “violazioni di doveri ed obblighi di comportamento”. Può arrivare al licenziamento in caso di messaggi di natura sentimentale o sessuale.
Il caso del Tribunale di Cremona
C’è un precedente in merito ad un recente caso, se ne occupò il Tribunale di Cremona. Sancì come adeguato un licenziamento del personale scolastico in caso di: “condotte talmente disdicevoli, inopportune e pericolose da rendere la permanenza in servizio del bidello un costante pericolo per la serenità e l’incolumità delle studentesse” (Trib. Cremona sent. n. 50 del 6 aprile 2021).
A prescindere da Tribunali e Vademecum, ci sono cose che non si dovrebbero mai fare
Bisogna soprattutto fare attenzione alle violazioni della sfera privata degli studenti. Soprattutto in merito alla diffusione di foto, video, registrazioni o altri dati personali senza che si abbia il benestare degli studenti. O dei loro genitori in caso non abbiano compiuto la maggiore età.
Lo stesso alunno può segnalare
Un aspetto spesso sottovalutato è che lo stesso studente può segnalare chat anomale o comunque poco pertinenti ai temi scolastici. In quel caso il dirigente scolastico è obbligato dalla legge a visionare la situazione e, se necessario, aprire un provvedimento disciplinare secondo il Dlgs 75/2017.
L’importanza di essere informati a sufficienza
Conoscere i limiti e i diritti di certe comunicazioni aiuta a stabilire un rapporto sano con gli strumenti digitali utili all’intera famiglia. Per maggiori informazioni continua a seguire il nostro blog e i nostri corsi.