Genitori assumono coach per allenare i propri figli ai videogiochi
“Dai, non te la prendere, è solo un gioco!”. Quante volte abbiamo sentito questa frase, detta spesso da un padre dinnanzi al proprio figlio che giocava su una consolle o davanti ad un cabinato di un bar negli anni 90. Oggi però alcune cose sono cambiate. In passato vi abbiamo parlato degli eSport e di come alcuni videogame siano diventati oggetto di vere e proprie discipline agonistiche. Con tanto di carriere e sponsor. Al punto da diventare un vero e proprio mestiere per alcuni ragazzi. Con tali prospettive abbiamo scoperto che c’è chi assume un coach per allenare i propri figli ai videogiochi.
L’ultimo caso
Pochi giorni fa la notizia è rimbalzata tra i media a stelle e strisce. Da a Good Morning America ad altre testate, molti articolo hanno riferito di genitori che hanno cominciato a ingaggiare veri e propri allenatori per migliorare le prestazioni dei figli su Fortnite Battle Royale. Uno dei videogame “sparatutto” più in voga tra i giovani. Ma il trend ha origini che risalgono più indietro nel tempo.
Veri e propri personal trainer del digitale
Sia in tornei di eSports che di videogiochi come Star Craft, questi coach di videogame sono già noti negli ambienti specializzati. Storie che sono arrivate persino al Wall Street Journal. Tra le notizie più sorprendenti ad esempio: per la modica cifra di 45 euro, un insegnante è stato accanto al genitore e al proprio figlio al fine di migliorare sia l’abilità di quest’ultimo all’attività ludica, ma anche per avvicinare il padre a comprendere le dinamiche del gioco.
Migliorare il gioco ma anche la comunicazione tra generazioni
Sarebbe facile cadere nella trappola immaginando un allenatore ” da retribuire con una cifra per convincere mio figlio a rimanere ancor di più fissato a un monitor”. La realtà può essere migliore . Infatti con il giusto bilanciamento, queste storie ci dimostrano che non è così. Anzi, queste figure possono avere il ruolo di “mediatori generazionali”, con la possibilità di colmare qualche gap nel rapporto tra genitore e figlio. Ma anche solo vincere le timidezze di quest’ultimo verso alcune sfere sociali. Il tutto ovviamente deve essere mediato da una famiglia educata alla cultura digitale, in grado di riflettere costantemente su un mondo che cambia, nella sua tecnologia quanto nelle nuove chances da cogliere.
Per maggiori informazioni
Se siete anche solo curiosi del tariffario, delle attività nello specifico o anche solo di che faccia abbia un “Allenatore da videogames” vi consigliamo la pagina di Gamer Sensei. Un vero e proprio database di queste attività. Con un interfaccia ben strutturata come se contattaste un qualsiasi altro professionista di un albo qualsiasi. E non è detto che, in un futuro, non ci vogliano qualifiche specifiche per esserlo. Anzi, è abbastanza probabile.