“Coding Girls”: le quote rosa della programmazione
Il “Gender pay Gap”, quel fenomeno che mostra come le donne siano retribuite meno rispetto agli uomini, in paragone al medesimo incarico. Per l’Onu la distanza tra loro e il corrispettivo maschile è di circa il 23%. Senza contare i molti ostacoli che si sovrappongono tra il genere femminile e la carriera connotate dalla presa di decisioni importanti. E’ realmente possibile invertire questa tendenza? Probabilmente si. Con un processo temporale che investa tempo, idee e nuove professioni ancora lontane dagli stereotipi e inclusive a 360gradi. La chance importante può essere dunque l’innovazione. A tal proposito vi parliamo dell’ambizioso progetto delle Coding Girls.
La nascita
Il progetto si è formato nel 2014. Nasce da un primo accordo tra l’Ambasciata Americana alla Fondazione Mondo Digitale, attraverso l’ulteriore partnership con Microsoft. Un sodalizio in seguito esteso con il Miur, l’Università di Roma La Sapienza e Comune di Roma. Essi coglievano alcune interessanti intuizioni a stelle e strisce (“Girls Who Code“) al fine di accelerare il raggiungimento delle pari opportunità nel settore scientifico e tecnologico.
Come operano?
La base è coinvolgere il pubblico alle materia digitali in più sfumature. Dagli hackathon tematici, agli allenamenti di coding, laboratori di robotica e seminari con l’obiettivo di valorizzare i talenti femminile nel campo delle STEM. Non solo mero insegnamento quindi ma un vero e proprio orientamento per indirizzare tutte e tutti verso le professioni del futuro. Oltre a istruire le nuove generazioni a una corretta equiparazione di genere. “Queste competenze non solo aiutano a sfatare il mito di un settore considerato, a torto, appannaggio degli uomini ma aiutano ad aprirsi ad un mondo di possibilità lavorative sempre più ampio. Le aziende, e non solo nell’information Technology, cercano donne con questo tipo di abilità“. Ha commentato così Paola Cavallero, direttore Divisione Consumer & Device Sales all’Area Mediterranean della Microsoft.
“Coding Girls”e i numeri di un successo
Già nel loro terzo anno, abbiamo potuto constatare molti obiettivi raggiunti. La nascita di una Summer School che ha portato giovani nuove coach capaci di appassionare con effetto virale le coetanee. Parliamo di ben 60 studentesse di Milano, Napoli e Roma. Esse sono già a lavoro per istruire all’interno di strutture scolastiche. Il tutto ciò per 15 classi, in 12 scuole, per un totale di ben 450 ragazze. Oltre a mille studentesse che si sono sfidate in una maratona di coding in ognuna delle tre città. Con numerose richieste di approfondimento anche nelle regioni ancora non sfiorate da questo inarrestabile verbo del “rosa digitale“.
Un dato internazionale per tutti riportato da Word Economic Forum indica che 90 mila ragazze hanno oggi questo backgrounds in oltre 50 paesi del mondo grazie a Girls Who Code
Insomma una buona pratica che sta “contagiando” l’Italia intera con il suo forte credo di integrazione ed uguaglianza, scandito dalla decisa voce della tecnologia.
La stessa che muove i nostri intenti in ogni lezione e meeting che organizziamo in sede.
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