Come si sta combattendo il Cyberbullismo in Italia?
Il nuovo governo, tra tante altre cose, dovrà essere pronto anche a proporre soluzioni per contrastare problemi frequenti ma in continua evoluzione nel tessuto sociale del paese. L’odio per il mezzo del web è sicuramente uno di questi, in particolare quello che coinvolge i più piccoli. In quei casi, infatti, il rischio è quello di trovarsi dinnanzi a due parti lese. La vittima e gli stessi bulletti, che nelle loro giovani esistenze magari non hanno avuto una figura di riferimento che spiegasse loro la reale pericolosità di certi gesti. Certi episodi frantumano più di una famiglia ed è il caso di intervenire con i giusti mezzi, tempestivamente. Ma come si sta combattendo il cyberbullismo in Italia? Ne parliamo in questo articolo.
La tragedia a Gragnano
Alcune settimane fa, un ragazzo di tredici anni chiamato Alessandro si è gettato dal quarto piano di una palazzina. Aveva subito insulti e minacce di morte da parte di una mezza dozzina di giovani poco più grandi di lui. Tra di loro anche la sua ex fidanzata, che a quanto pare aveva esortato all’azione gli altri del branco dopo essere stata respinta. A corredare già un quadro molto triste dell’evento, c’è da segnalare come i genitori non fossero nemmeno a conoscenza delle vessazioni subite nel tempo.
Un ragazzo come molti
Come spesso capita in certi casi, il profilo tracciato dai conoscenti riguarda “un ragazzo solare, che andava bene a scuola e aveva tanti amici“. Spesso però comunicare i propri disagi alla famiglia è l’ostacolo più difficile per le vittime. Il timore di mostrarsi deboli, di essere giudicati non indipendenti o spesso è solo questione di vergogna personale. Superare questo steccato è più arduo di quanto si possa pensare. Proprio per questo, spesso, ci si concentra sulla prevenzione. Su ciò che si può fare per costruire prima un dialogo sensibile con i propri figli, ma anche riflettere su come combattere questa piaga della nostra società.
In estate era intervenuta L’ex ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese
“Noi facciamo tanto come forze di polizia: abbiamo dei protocolli per la vostra protezione. La protezione vostra dipende soprattutto da voi e dai vostri genitori, che tante volte vengono esclusi da voi stessi perché pensate a tenere i rapporti solo con i ragazzi della vostra età, non tenendo presente che i genitori sono quelli che vi proteggono nelle scelte e vi aiuteranno nel percorso della vostra vita. Oggi è importante perché abbiamo parlato di cyberbullismo e purtroppo di casi ce ne sono tanti. Io vi dico di denunciare”. Spiegò la ministra, in occasione della manifestazione “Uno spot per difenderci dal cyberbullismo” a Termoli.
Quale legge attualmente tutela la persona offesa?
Parliamo del comma 2 dell’articolo 1 della legge numero 71 del 29 maggio del 2017. L’ultima tutela che è stata aggiunta a protezione della vittima la possibilità di chiedere al provider l’oscuramento dei contenuti lesivi. Se il provider non procede a rimuovere i contenuti segnalati entro 24 ore è il Garante per la protezione dei dati personali ad occuparsene. Con peraltro ha creato un canale preferenziale in merito alla materia. Nel caso dello sfortunato Alessandro si sarebbe potuto ricorrere al procedimento di ammonizione.
Di che si tratta?
Oltre alla denuncia standard, è possibile convocare il bullo e la sua famiglia per un richiamo specifico. Il fine, come abbiamo precedentemente indicato, è quello pedagogico. Insegnare alle nuove generazioni come ci si pone online, ma soprattutto quanto male possano fare i nostri gesti e parole al prossimo.
I dati
Luciana Lamorgese, parlando al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha evidenziato l’impegno della polizia postale in questi temi. Negli ultimi mesi si è “controllato oltre 500mila siti web sospetti, arrestato 236 persone e denunciate ottomila“. Cifre comunque importanti.
Come si sta combattendo il Cyberbullismo in Italia
Il Ministro Bianchi e il Capo della Polizia Postale Giannini hanno dato il via proprio in questi giorni ad una campagna di prevenzione nelle scuole. Un tour che ha toccato come prima tappa proprio Gragnano, teatro del fatto di cronaca con il quale abbiamo aperto il capitolo. Un evento che non sarà solo un mero dibattito, ma darà la possibilità agli studenti di parlare con gli operatori del settore e gli psicologi della Polizia Postale.
Lo scopo
Ascoltare le voci e i timori dei ragazzi e fornire risposte alle loro domande. Gli studenti elaboreranno successivamente materiali e lanceranno un hashtag che coinvolgerà altri colleghi di eventi precedenti o successivi. Un modo di creare una comunità sempre più coesa e costruttiva a studiare la problematica. Perché i ragazzi di oggi diventeranno gli adulti di domani, spetterà a loro educare al rispetto le future generazioni.
Regole e prevenzione per migliorare il futuro
Anche le attività della Polizia Postale non sono solo circoscritte alle misure punitive. C’è l’aspetto pedagogico che, come abbiamo visto, passa da uno storytelling piuttosto articolato. Per approfondire questo aspetto del mondo digitale, puoi dare un’occhiata ai nostri corsi.