Arrivano in Italia i corsi per disintossicare i figli da smartphone e social

In alcuni precedenti articoli abbiamo dedicato una riflessione alle scuole “smartphone free”. Ma anche discusso in merito a come affrontare l’argomento device con i più piccoli e a che età nel nostro presente essi vengano a contatto con la tecnologia. Stavolta ci dedichiamo a narrare un ambizioso progetto del Comune di Urignano (Provincia di Bergano). Ovvero l’intenzione di istituire dei veri e propri corsi per disintossicare i figli da smartphone e social.
Di cosa di tratta
Corsi di scrittura creativa o di cucina, recitazione e tiro con l’arco, ma anche lezioni di make-up e di equitazione. Insomma distrarre i bambini urgnanesi da quel continuo sguardo sopra un monitor. Si presenta così la mission dell’Amministrazione Epizoi coadiuvata da alcune associazioni del territorio (in particolare Polisportiva, Associazione Genitori e Oratorio) per iniziative come il primo festival “Ora mi prendo campus di te”.
Un nome per più servizi
L’assessore Iolanda Riseri ha ha collaborato per dare alle famiglie una tipologia di offerta che potesse coinvolgere i gusti di una moltitudine di ragazzi. Sommandole si arriva addirittura a venti categorie di attività. Tutte da addizionare al già presente “spazio compiti”, dove gli alunni possono studiare insieme ai propri compagni e in santa pace. Il progetto nasce sulla falsariga di uno già avviato anni fa all’asilo, dal nome “Col naso all’insù”. Che promuoveva i benefici dell’attività all’aperto.
Venire incontro alle famiglie
“Le famiglie contano sempre più sulle figure dei nonni che però molte volte hanno bisogno di riposo” esordisce così l’assessore. ” Si tratta di momenti in cui sono le istituzioni a prendersi cura dei ragazzi, senza dover coinvolgere le famiglie in modo diretto”. In questo modo le attività avranno luogo all’interno dell’Istituto comprensivo di Urgnano, accanto al campus della Polisportiva. Equitazione, tennis da tavolo, corsi di cucina. Sono solo alcune delle tante possibilità proposte.
Bandita la tecnologia
“Anziché stare a casa e usare gli apparecchi elettronici, che troppo spesso diventano le balie dei nostri ragazzi, i bambini potranno trovarsi insieme. Se vogliono, per svolgere i compiti, oppure, se preferiscono, per leggere un libro, ma anche semplicemente per socializzare. In questo modo diamo una mano concreta alle famiglie che possono lasciare i propri figli in assoluta sicurezza all’interno dell’Istituto comprensivo, sapendo poi che il tempo impiegato viene sfruttato per compiere attività formative”.
Costi e agevolazioni
Ovviamente i prezzi variano dalla tipologia di attività scelta. Ma considerando l’apporto dell’associazione genitori e del contributo comunale la cifra è in tutti i casi molto contenuta per incoraggiare le famiglie. Fornendo dunque un servizio accessibile a tutti che possa avvantaggiare l’intera comunità che la circonda.
Perché non cogliere l’occasione per disciplinare?
Sia chiaro, la proposta, dal punto di vista delle intenzioni, dei costi e dell’approccio alla comunità, è notevole. Ci chiediamo solo se, una circostanza, simile non sarebbe però anche un ottimo assist per insegnare ai ragazzi quali debbano essere i momenti migliori per vivere il loro essere social e la loro occasione per usare i device. Fare sport, impiegarsi in una squadra al fine di competere ad un traguardo collettivo è importante. Ma il rischio è di rimandare certe tematiche per anni senza affrontarle. Scappare dal “mostro” senza conoscerlo e rivelare come esso non sia tale. Lo stesso gesto di avere uno scatto da una di queste giornate (che speriamo siano) indimenticabili e poterlo condividere con altri coetanei potrebbe essere la migliore pubblicità ad un servizio simile.
I dualismi non fanno bene
Il rischio è quello di creare stereotipi in contrapposizione tra loro. Il socializzare stando all’aria aperta con la freddezza e reclusione di quattro mura domestiche. Lo sport aggregante contro quella piovra tentacolare di Instagram che allontana gli individui. Come ci sono casi di ragazzi che si sono sentiti esclusi da una squadra sportiva nonostante ne facciano parte, esistono tante belle amicizie nate o rafforzate in rete. L’importante è distinguere gli errori, i comportamenti sbagliati. Far convivere più aspetti della nostra esistenza senza demonizzarne altri.
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