Cosa si intende per Burner Phone e perché sono così richiesti
Li abbiamo visti chissà quante volte nei film di spionaggio o nelle serie tv, tra intrighi e ricatti di qualche trama romanzesca. Parliamo di quei telefonini utilizzati a scopo di svolgere una particolare azione con segretezza, per poi essere buttati con nonchalance in qualche cassonetto pochi minuti dopo. Quando la realtà supera la fantasia di certe narrazioni, ci ritroviamo dinnanzi i Burner Phone.
Telefoni usa e getta
Ne ha parlato da poco l’autorevole Wall Street Journal . Dell’evoluzione, per ora a vantaggio quasi esclusivo del mercato americano, di questi telefonini anonimi, economici, utilizzati per le funzioni più disparate. Spesso acquistati anche da giovani che vogliono possedere un terminale su cui agire senza il controllo dei propri genitori. Magari in reazione al divieto della propria famiglia di possederne uno “ufficiale” fino al raggiungimento di una specifica età. Il costo di tali apparecchi è di circa venti euro, piccoli e leggeri, garantiscono però solo chiamate ed sms.
L’evoluzione di questo sistema
Nel 2012 i capi delle società TechStars, David Cohen e 500startups, Dave McClure, decidono di sostenere Ad Hoc Labs. Una startup di Los Angeles che voleva dare nuova vita ai telefonini usa e getta precedentemente citati. Ad Hoc Labs si inventa una app, Burner, che ti consente di avere un secondo numero di telefono, segreto e non intercettabile, sul tuo normale smartphone. Cancellabile quando e come vuoi, difficile da rintracciare.
Burner è solo l’inizio
Mesi dopo è giunta la concorrenza, Hushed, progettata da AffinityClick, quest’ultima attualmente funziona in più di 60 paesi del mondo, Italia compresa. Per diffondersi propone prezzi davvero convenienti: soli pochi euro al mese. Potendo scegliere se in abbonamento o con una prepagata a scalare, e hai il tuo numero segreto con cui, per esempio, registrarti di nascosto in qualche social network.
Una attività che però riguarda anche i più grandi
Progetti top secret, siti di incontri, account social secondari. Tre delle ragioni per cui anche gli adulti sono comunque inclini a questa tipologia di acquisto, avendo anche una disponibilità economica certamente più solida. Un terminale apparentemente classico insomma (o un’altra app installata sullo smartphone), che permetterebbe di sviluppare una seconda vita in pochi passaggi, cancellando velocemente ogni traccia di prove.
Giusto o sbagliato?
Per gli adulti ovviamente non sta a noi giudicare. Le ragioni per cui si cerca maggior privacy possono essere molteplici e non tutte moralmente condannabili (basti pensare a chi vive sotto scorta). Una zona grigia, insomma, da analizzare a seconda delle circostanze. Per i minori ovviamente il discorso è diverso, la situazione rappresenta una minaccia per il soggetto. Il quale potrebbe utilizzare questo stratagemma per eludere i controlli della propria famiglia e cacciarsi più facilmente nei guai.
Che fare?
Monitorardo l’istallazione di app sospette sul telefono di vostro figlio: due le abbiamo citate noi, ma l’elenco, statene certi, è destinato a crescere. Soprattutto però deve esserci il dialogo, uno scambio reciproco di vedute e l’insegnamento di trasparenza nel rapporto in famiglia. Creando la consapevolezza che ogni regola imposta a casa non sia un limite alla libertà personale ma un indirizzo verso una corretta educazione ed una vita responsabile.