Facebook contro le Fake News: cosa si sta realmente facendo?
Sono intorno a noi, si nutrono delle paure della gente e del pressapochismo d’insegnamenti istantanei, preferiti all’autorevolezza delle fonti specifiche.
Le “bufale” che leggiamo online si sono moltiplicate negli anni. Un business redditizio che può portare nelle casse di webmaster senza scrupolo anche mille euro al giorno per un solo sito. Numerose le iniziative politiche in questi mesi, dall’Unione Europea che chiede una regolamentazione, a paesi come la Malesia che hanno già adottato contromisure pesanti. Ma, in questa baraonda, come intende agire Facebook contro le Fake News? Vediamolo insieme.
Il tasto “downvote”
Iniziativa di successo sul popolare social in america, Reddit, il downvote ha una funzione diversa da un possibile bottone “Non mi piace”. Non esprime un disaccordo verso un commento o notizia. Ma è una sorta di segnalatore dell’utenza qualora si volesse richiamare l’attenzione verso un qualcosa di inappropriato, fuori contesto o addirittura falso. Come appunto potrebbe essere una bufala. Il tasto è stato provato con un campione del 5% di americani in febbraio, ora è in fase di testing in Australia e Nuova Zelanda.
Rimpicciolire la visibilità
Certamente c’è un confine labile tra censura e lotta alle falsità. Non è possibile eliminare sempre e completamente chi fornisce notizie ambigue o prive di apparente fondamento. Però si possono rendere più inoffensive queste fonti, diminuendo loro la visibilità. A tal scopo si sta già sfruttando l’ausilio di collaboratori esterni al social e ci si affida anche agli algoritmi, questi ultimi segnalano automaticamente l’autorevolezza generale del portale che pubblica gli articoli. Cosa succederà a quelle informazioni giudicate inattendibili? Saranno penalizzate a livello di persone raggiunte.
Ma non solo: i pochi che le vedranno, se le troveranno con una grafica “rimpicciolita” rispetto alle altre informazioni nella propria Home.
Come possiamo vedere da questa immagine :
Gli addetti ai lavori sono già all’opera, la Associated Press la prima agenzia di stampa degli Stati Uniti) è già a lavoro in questa crociata. Chissà che presto non diventi un mestiere a sé stante.
Solo Facebook contro le Fake News?
La domanda che dobbiamo porci tutti riguarda proprio quanto possano fare i Social Network senza una solida base delle testate giornalistiche. La risposta è ovviamente “poco”. I primi ingranaggi di questa delicata macchina sono proprio i giornali e webzine. La cura per i dettagli, la loro devozione verso la “verifica dei fatti” e il non cadere di continuo alla tentazione di “titoli ad esca” è fondamentale a tal scopo. In un’epoca in cui il web ha stravolto la consueta audience dei quotidiani tradizionali di un tempo, l’unica salvezza per un certo tipo di informazione è la qualità. Ed è solo tramite essa che potremo salvaguardare le nostre opinioni e quelle dei nostri figli.
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