Facebook Lol: storia di un’app mai nata
Il trend che vede Instagram guadagnarsi l’attenzione dei più giovani non sembra di certo esaurirsi. La sua interfaccia più snella e l’uso meno massiccio di possibili dati personali da inserire lo rende più appetibile della concorrenza per un certo target. Ma i competitor non stanno a guardare, anche se a volte gli esperimenti non finiscono come si vorrebbe. Questo è ad esempio il caso di Facebook Lol , un progetto che purtroppo non vedrà mai luce. Scopriamo perché.
Cos’era Facebook Lol
Una nuova applicazione che, nel concreto, avrebbe dovuto emulare 9Gag, popolare portale prevalentemente umoristico, presente nella rete da oltre dieci anni con le sue immagini e video, dalla copertura mediatica impressionante. A novembre 2017 si calcolava avesse oltre 223 milioni di visitatori. Il suo pregio maggiore è quello della viralità. Creazioni postate direttamente dagli utenti che fanno il giro del mondo, con contenuti contemporanei, brillanti ed irriverenti.
Più che prendere spunto
Il concept dell’applicazione era proprio quello emularne le gesta e creare una sorta di finestra alternativa all’app madre. Una vetrina in cui scambiarsi contenuti buffi, commentarli e votarli. Avvicinando proprio quella fetta di pubblico che solitamente rimane diffidente nei confronti della grande effe di color blu. Così da creare anche una sottorete di amicizie, concatenazioni con utenti dello stesso istituto scolastico e funzionalità al pari specifiche per il target di riferimento.
Un flop
I lavori sono andati avanti circa tre anni, al fine di rendere l’interfaccia accattivante e favorire l’elemento dell’interazione reciproca dei contenuti. In fase di test però, lo scopo ha fallito. Fornita infatti la possibilità di accesso a cento adolescenti in anteprima, l’uso si è rilevato di scarso interesse e quindi inadatto ad essere lanciato in un futuro mercato che già tanto ha imparato dalla lezione Google+ di recente. Resterà comunque in piedi “Messanger Kids” di cui abbiamo precedentemente parlato in un nostro articolo formativo, toccherà a lui diffondere il verbo di Facebook alle masse più giovani.
Cosa ne consegue da questo fallimento?
Non basta essere una multinazionale già affermata nel mercato dei social per far valere le tue innovazioni. Soprattutto se copi un format che è già un trend imperante da anni nel settore. L’audience è oramai smaliziata, invasa da centinaia di prodotti digitali diversi su cui intrattenersi, condividere e conoscere. A maggior ragione se il tuo target riguarda i cosiddetti “Nativi digitali”, ancora più esigente catturare la loro attenzione e capirli. Anche al fine di comprendere meglio loro e dove sta andando il nostro futuro tecnologico continuate a leggere gli articoli di Digital Education Lab e a seguirci suoi social.