Il filtro che fermerà il cyberbullismo su Instagram

Si parla spesso solo dei pericoli in cui i più piccoli possono incorrere su Facebook. Mentre è cosa abbastanza appurata che il cyberbullismo su Instagram sia un fenomeno in preoccupante aumento. Tra video brevissimi, la possibilità di taggarsi nelle foto e l’uso delle storie che scompaiono in 24 ore, le potenziali modalità di offesa sono tante. Studiamo bene il fenomeno e le relative contromosse che verranno presto attuate per far si che il problema venga contrastato efficacemente.
Tra i social più amati dai giovanissimi
Instagram, assieme a Snapchat, da diversi anni ha conquistato i favori dei più piccoli. Grazie ad una interfaccia più leggera, poche parole e molte immagini. Ma soprattutto una maggior possibilità di anonimato. Arma che ovviamente può considerarsi a doppio taglio per le relazioni e la salvaguardia proprio di quel target specifico di età. Considerando che l’iscrizione è legale già a partire dai 13 anni e l’account di un minorenne non ha limitazioni rispetto ad un suo “collega” che ha raggiunto i 18.
Finsta
Vengono chiamati “Finsta” particolari account che un utente crea sotto falso nome (o comunque segretamente), in cui pubblicare foto o pensieri più intimi rispetto a quello “ufficiale”. Dettagli privati che magari non si vogliono condividere con la propria cerchia abitudinale di persone. Capita però che questa tattica sia usata in maniera impropria da dei provocatori. Gli stessi che acquisiscono foto della sfera privata della vittima, creano un “Finsta” a sua insaputa, per poi taggarlo o svelare comunque i contenuti a persone magari della stessa cerchia scolastica. Insomma una pratica tesa a screditare un soggetto, facendo finta di svelare segreti che esso non ha mai rivelato in pubblico. Il più delle volte sono foto o video rubati dal telefono della vittima (oppure scattati a sua insaputa) o comunque fatti circolare altrove senza il suo permesso.
Statistiche preoccupanti
Nel 2017 uno studio condotto da Ditch the Label ha fatto emergere del malcontento tra cittadini d’oltremanica. Il 71% degli intervistati fece notare che in tema di cyberbullismo non era stato fatto il necessario. Instagram era proprio coinvolto tra le noti dolenti. Vennero intervistate 10 mila persone tra i 12 e 20 anni, per il 42% hanno dichiarato di aver subito degli episodi di bullismo sul portale nell’anno precedente.
Contromisure contro il cyberbullismo su Instagram
La novità si chiama DeepText. Un tool che usa l’intelligenza artificiale per immagazzinare parole, frasi e comportamenti, facendo quindi prevenzione prima ancora che giunga la segnalazione sulla App. Sviluppato grazie a Facebook, questo elaborato sistema di Machine Learning si affianca ad un team di moderazione già presente nella struttura. Il gruppo segnala post o commenti che possano sfociare in minacce dal punto di vista razziale o dai possibili contenuti di natura sessuale fino al bullismo. A tal proposito, il co-fondatore Kevin Systrom è stato netto: “Vogliamo essere chiari, noi il cyberbullismo non lo tolleriamo”. Aggiungendo : “Proteggiamo i componenti più giovani della community perché è cruciale aiutarli a sentirsi a loro agio, al fine che esprimano chi sono e ciò che loro sta a cuore”.
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