Gli italiani non riconoscono le bufale sul web: l’82% lo ammette.

Sicuramente una delle piaghe più dannose del nostro attuale decennio. Le fake news hanno trovato per anni terreno fertile sul web. Dalle cosiddette catene di Sant’Antonio per email fino ai Social Network. C’è chi le combatte da sempre. Chi invece a riguardo se ne sta occupando più di recente. Che impatto hanno sull’opinione pubblica? Enormi. Possono realmente modificare le reazioni della nostra società. Dalle opinioni politiche fino alla percezione della realtà più basilare di una nazione. Gli italiani non riconoscono le bufale sul web.
Dati che fanno riflettere
Il rapporto “Infosfera”, coadiuvato dall’Università Suor Orsola Benincasa, ci mostra un bilancio davvero preoccupante. Su un campione di 1500 individui italiani, il 87% non crede ai social come fonte di informazione autorevole, il’82% non è in grado di riconoscere una notizia falsa. Non dispone dunque le basi per poter fare un Fat-Checking adeguato. Così è stato riportato dall’Ansa il 23 luglio 2018.
Pensieri contraddittori
Il secondo dato è sicuramente quello più curioso. Considerando che il 79,93 per cento degli italiani ritiene di essere in grado di trovare facilmente le notizie di cui ha bisogno. Evidentemente c’è una scarsa attitudine a volersi “vaccinare” dalla cattiva informazione. Questa cattiva abitudine non va inquadrata solo in una generica ” pigrizia”. Si tratta invece di un atteggiamento che è figlio di una certa tipologia di educazione al digitale, non appropriata, né contemporanea. Circostanza che, se abbinata con altri dati emersi di recente, può creare una combinazione letale per la società contemporanea.
Il parere di un professionista
Il commissario dell’Agcom Mario Morcellini, commentando i dati dell’indagine, ha affermato: “Il quadro negativo emerso dal rapporto Infosfera lancia un forte allarme al quale possono e debbono rispondere le scuole e le università impegnandosi nella formazione di una coscienza critica nei giovani che sia più preparata al bombardamento mediatico a cui oggi si viene sottoposti in maniera indiscriminata e incontrollata“.
Infatti solo una formazione digitale più cosciente e moderna ci può permettere di invertire questa tendenza. Un filtro selettivo dell’attendibilità delle news può aiutare, ma nessun tool sui social può sostituire una mente aperta e meno vulnerabile alle possibili insidie della tecnologia.
E’ proprio di questo che la nostra scuola si occupa: di educazione digitale!