I robot sono ormai tra noi: grandi e bambini possono studiarli e progettarli
Squadre di studenti italiani di licei e istituti tecnici solo pochi mesi fa hanno vinto un’importante competizione internazionale di robotica, in competizione con Stati Uniti, Australia, Russia, Germania, Romania, Messico, Regno Unito, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Canada e con altri Paesi europei.
Nel frattempo si prepara la 12ª edizione di ROMECUP 2018 sulle eccellenze italiane della robotica. Si svolgerà dal 16 al 19 aprile prossimo, con chiusura dei lavori nella sala della Protomoteca al Campidoglio. In Trentino si sfidano studenti dei licei italiani per la finalissima mondiale in Canada di Robocap 2018.
Sembra proprio che non solo i robot siano già tra noi, ma che coloro che con passione stanno impegnandosi per avvicinarsi alla robotica siano proprio i più giovani.
L’intelligenza artificiale ci sostituirà?
Si fa un gran parlare e ragionare sulla robotizzazione della nostra società.
A partire dalle implicazioni nel mondo del lavoro. Il dibattito è molto vivace, spesso gira intorno all’ipotesi che queste macchine sofisticate prenderanno il posto di noi esseri umani facendo il nostro lavoro. Addirittura forse vivranno la nostra vita, con noi o senza di noi.
Ci fa riflettere un’affermazione interessante – contenuta in un libro appena uscito negli Stati Uniti – : “Non si tratta di creare dei ‘superuomini artificiali’, ma di utilizzare la tecnologia per dotare l’uomo di maggiori capacità e competenze affinchè possa ottenere risultati migliori dalla propria attività e imparare più velocemente”.
La parola chiave per immaginare in chiave positiva un futuro dove la tecnologia sarà ai massimi livelli è : “intelligenza collaborativa”, proprio tra gli esseri umani e i robot. Insomma nessuno può sottrarsi, tutti saremo coinvolti. Anzi lo siamo già.
Robot e coding per i più piccoli
Ricerche internazionali ed esperti del settore consigliano a tutti, e in particolare alle nuove generazioni a partire dai primi anni della scuola primaria, di acquisire esperienze formative relative alla robotica. In special modo creando pratiche virtuose per la programmazione dei robot, poiché solo così si riuscirà a rendere più ricco e leggibile un mondo che oggi è difficile immaginare con precisione.
La robotica educativa è prevista dal Piano Nazionale Scuola Digitale nella scuola primaria (elementari e medie).
In realtà i primi progetti per inserire la robotica all’interno della scuola primaria di prima e secondo grado risalgono a più di dieci anni fa, finanziati dal Miur e realizzati dalla Scuola di Robotica di Genova, che aveva creato anche una piattaforma web nella quale erano collegate alcune centinaia di scuole italiane.
Oggi la robotica e il coding, sono parte di Programma il futuro , progetto per l’istruzione digitale, sempre sostenuto dal Miur che ha coinvolto numeri importanti di scuole insegnanti e studenti.
Come spesso accade nel nostro Paese, le esperienze di robotica per gli studenti più giovani esistono e con ottimi risultati, ma sono distribuite a macchia di leopardo.
Un buon gruppo di scuole in Toscana hanno creato un loro network , così nel Trentino e nel Friuli. Esperienze interessanti sono nate in Puglia, con progetti intergenerazionali tra università, istituti tecnici e scuole medie.
In altre regioni, tutto dipende dalla motivazione dei docenti, del dirigente scolastico, dai fondi che pure sono messi a disposizioni per la formazione degli animatori digitali. Infatti proprio il Miur sostiene attualmente, con un grande numero di corsi per docenti di ogni ordine e grado, proprio la formazioni in robotica e coding.
Robotica per bambine e ragazzi, quale metodologia.
Esperti e docenti internazionali valutano le buone pratiche della robotica e del coding, con la realtà virtuale, vissute dagli studenti, soprattutto dai più piccoli, in un’ottica di gamification e learning by doing, oppure by playing.
I risultati migliori si ottengono creando contiguità tra la didattica innovativa in orario scolastico e i laboratori negli ambienti informali di apprendimento. La robotica, infatti, non s’insegna nelle aule tradizionali, ma nei laboratori. Così come la programmazione diventa appassionante per gli studenti quando predilige i programmi visuali e a blocchi come Scratch, che poi ha generato altri programmi e applicazioni per il coding.
Attraverso la robotica i più piccoli riescono a sviluppare nuove competenze in quanto sono loro a programmare i movimenti di un robot. Una consapevolezza che si costruisce quando, programmando un videogame, sentono che stanno realizzando un gioco unico, del tutto personalizzato, scegliendo movimenti, forma e interazioni. Diventando così cittadini digitali attivi e non passivi.
Le competizioni internazionali
Sono tre le squadre italiane che, nel gennaio 2018, sono state proclamate vincitrici del Campionato Mondiale di Zero Robotics, il torneo internazionale tra studentesse e studenti delle scuole superiori che si sfidano nella programmazione degli Spheres (Synchronized Position Hold, Engage, Reorient Experimental Satellites), piccoli satelliti sferici realizzati dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) e ospitati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Le squadre erano composte da studenti dell’ITIS G.B. Pininfarina di Moncalieri, dell’ITIS G. Galilei di Livorno, del Liceo Scientifico Statale Leonardo Da Vinci di Treviso, del Liceo Scientifico Statale Fermi di Padova e dell’IISS Ettore Majorana di Seriate, che hanno sviluppato, in collaborazione con altri ragazzi americani, programmi per controllare, in completa autonomia, i robot a bordo dell’ISS.
Zero Robotics è la competizione internazionale che consiste nella creazione di codici per il controllo di piccoli satelliti delle dimensioni di una palla da bowling: gli SPHERES, acronimo di Synchronised Position Hold, Engage, Reorient, Experimental Satellites, situati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
L’inizitiava della Nasa nasce nel 2010, quando Zero Robotic è stata organizzato all’interno di NASA’s Summer of Innovation, un programma a livello nazionale volto a incoraggiare l’istruzione STEM per gli studenti delle scuole medie. Durante questa competizione, dieci squadre e oltre 150 studenti provenienti da scuole della zona di Boston hanno lavorato per cinque settimane per programmare le SPERE per gareggiare in un percorso a ostacoli. Dopo aver studiato e sperimentato, gli studenti hanno inviato i loro programmi all’ISS e hanno assistito al concorso dal vivo il 19 agosto 2010.
La competizione si è allargata in questi ultimi otto anni, sino a coinvolgere, il mondo intero.
RoboCup_Junior, dal 2015 italiani sul podio in Cina
Con queste gare internazionali di coding e robotica ci si rende conto che da anni la programmazione dei robot è già entrata anche nelle scuole italiane.
I nostri studenti hanno riportato importanti vittorie anche a RoboCup Junior, il torneo mondiale che ha grande risonanza in Asia e negli Usa.
Infatti, nel 2015 a Hefei in Cina, la squadra italiana degli studenti del liceo scientifico Galilei di Trento ha conquistato la medaglia di bronzo ai mondiali “Robocup 2015”, dedicati agli appassionati di robotica.
Mentre la finale nazionale 2018 proprio di RoboCup Junior si svolge in questi giorni a Trento, dall’11 al 14 aprile. Sono 180 i team provenienti da diverse regioni italiane con oltre un migliaio gli studenti. Parteciperanno, sostenuti dai propri docenti, alla finale nazionale della RoboCup Junior, in programma fra il Polo Espositivo Trento Expo e l’Aula Magna dell’Arcivescovile dall’11 al 14 aprile.
La manifestazione ha l’obiettivo di diffondere tra i giovanissimi – fino a 19 anni di età – l’insegnamento e la pratica della robotica. Per prepararsi le squadre s’impegnano durante l’anno scolastico a testare robot “intelligenti”, programmabili in contesti reali. I vincitori della finale nazionale potranno accedere ai mondiali in Canada.