I videogiochi rendono violenti? Tre studi su un possibile falso mito
Incitati spesso analisi pressapochistiche e fomentati dall’opinione pubblica. Le teorie in merito agli influssi negativi dei videogames, hanno sempre abbondato. I videogiochi rendono violenti , dicono. Tale questione posta da un numero sconsiderato di format televisivi, documentari e dibattiti perfino sulla carta stampata. Ma quanto effettivamente c’è di vero in questo mantra che ci portiamo dietro più o meno dalla nascita di questa forma di intrattenimento? Tre studi sembrano condurci verso una soluzione ben diversa. O quanto meno vogliono farci riflettere su come la stessa domanda sia stata spesso posta in maniera errata.
La meta-analisi
Una pubblicazione di Pnas nell’ottobre 2018 mostrò l’analisi dei ricercatori che prendevano in esame 24 studi dove si stabiliva una correlazione tra videogiochi e violenza. Essi coinvolsero in totale circa 17 mila partecipanti. In tale valutazione possiamo però scorgere diversi atteggiamenti un po’ faziosi. Risultati gonfiati. I cui si correlava la semplice manifestazione di termini usati dai coinvolti al test, alla mera aggressività dei partecipanti. Ad esempio la semplice manifestazione di parole o sentimenti legati all’aggressività, Inoltre la meta analisi identifica che “tre rigorosi studi longitudinali che non hanno trovato alcuna relazione significativa tra il gioco violento e l’aggressività”.
Videogiochi e comportamento violento
A marzo 2018 venne pubblicato uno studio longitudinale su Nature Molecular Psychiatry . In esso i ricercatori vollero cercare eventuali effetti a lungo termine tra videogiochi e comportamento violento. I volontari furono divisi in tre categorie. Uno avrebbe giocato a GTA V (gioco classificato violento), l’altro invece The Sims 3 (gioco non violento), mentre un gruppo di controllo non avrebbe utilizzato videogames. L’esperimento durò 2 mesi. I risultati, citando il rapporto: “sono stati determinanti. Non sono stati osservati cambiamenti significativi, né quando si confronta il gruppo che gioca un videogioco violento con un gruppo che gioca un gioco non violento, né a un gruppo di controllo passivo“.
Un confronto statistico: un paradosso
I ricercatori della Stetson University svelarono che dal 1996 al 2011 ci sarebbe stata una diminuzione della violenza accompagnata a un incremento dell’uso di videogiochi violenti. Ovviamente ciò non vuol simboleggiare che giocare renda i ragazzi più gentili. Tale considerazione però ci da una stima di quanto complesso sia il fenomeno. E di come vari fattori, a prescindere dai videogiochi, possano entrare in azione. Senza contare come si possa agevolmente unire dei dati allarmistici o meno. A seconda di come i media cerchino un capro espiatorio oppure no.
Dati su cui poter discutere
Le tre analisi riportate vogliono avere lo scopo di far riflettere con un punto di vista che raramente viene stato preso ad esempio nei dibattiti televisivi che siamo soliti affrontare. Spesso, dopo un evento particolare di cronaca o l’uscita di un particolare videogioco discusso, emergono alcuni fantasmi figli di generazioni che avevano meno dati ed elementi per trattare simili tematiche. Oggi è possibile discutere di tutto ciò in maniera più profonda, avendo non di rado tra le file dei videogiocatori anche gli stessi genitori, qualche generazione fa invece ignari di simili mondi. Il che dovrebbe garantire anche un confronto più aperto intergenerazionale, con le giuste proporzioni e senza mai sottovalutare nulla. Noi di Digital Education Lab siamo tuteliamo e promuoviamo tali interpretazioni più “Open minded” di tali fenomeni.
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