Il Gabbrone: Rischiare il fallimento del locale a causa di una live
Anche una live può nascondere delle insidie. Per quanto Twitch possa essere una piattaforma di intrattenimento e luogo dove fare piacevoli conoscenze e sviluppare creatività, nasconde ancora delle zone grigie. Conduttori che si muovono al limite della legalità per catturare una platea più generosa. Abbiamo parlato del fenomeno dei Leggins Asmr, in questo articolo parleremo di una live dello streamer Il Gabbrone, già noto a queste cronache, che ha portato ad una pesante conseguenza.
Chi è
Un utente molto seguito dai più giovani nelle sue dirette. Attraverso un genere che viene definito live IRL. Un format che in Italia è diventato celebre tramite Homyatol. Si tratta di filmarsi in giro per la città intenti a far qualcosa. Per poi magari entrare in un negozio o un locale. Nel frattempo gli spettatori donano alcune cifre per far si che il meccanismo online faccia partire in automatico dei suoni o parole specifiche. Con effetti a volte divertenti, in altri casi decisamente no.
Controindicazioni
L’azione preferita dall’audience è spesso quella del disturbo, infastidire qualcosa o qualcuno tramite questi suoni. Amplessi, pernacchie e altri effetti simili. Porsi al limite per vedere come reagiscono i malcapitati. A volte per qualche istante a mò di candid camera, in altre però è possibile che il gioco possa trascendere in ben altro. Come ad esempio nell’evento accaduto a metà giugno di quest’anno che ha coinvolto il Crazy Cat Café di Milano.
I fatti
Lo streamer è entrato nella struttura, che ospita animali e offre bevande ai propri clienti, e ha iniziato a fare scherzi molesti e provocazioni proprio tramite il sistema precedentemente descritto. Il pubblico paga per far sì che la live emetta quanti più suoni possibili. Questo atteggiamento, che infastidiva anche la clientela e i felini della struttura, han portato lo staff alla decisione di allontanare l’individuo dal locale. Nel frattempo gli stessi spettatori hanno iniziato a telefonare al locale per scherzi e prese in giro, emulando l’atteggiamento del loro “eroe”.
Non è però finita qui
Il locale è stato bombardato di recensioni negative su tutti i social, da parte di persone che evidentemente non si sono mai recate nella struttura. Il collegamento con l’evento appena accaduto è presto fatto: gli spettatori si “vendicavano” di aver fatto terminare lo show, prolungando l’ondata di cattiveria già in atto poco prima.
La replica
La struttura si è lamentata del trattamento subito tramite un post, in cui non si faceva il nome dello streamer, ma si sottolineava quanto queste situazioni fossero ulteriormente lesive dopo un lockdown. Nelle ore successive un tam tam di influencer (e non) ha fatto in modo che tali giudizi venissero riequilibrati. Ora su Google il Crazy Cat ha un rating di4,8 su 5e oltre 12 mila recensioni. Quante vere e quante false, non ci è dato saperlo. Sicuramente ha creato uno squilibrio: sia nella valutazione che nel ritmo lavorativo di chi investe risorse nel locale. Resta dunque un problema di fondo grave.
La zona grigia
Lo specifichiamo: cancellare le recensioni negative frutto di una “shitstorm” è spesso un processo elaborato che toglie tempo a chi di per sé in questi mesi lavora duro per ripristinare le perdite del periodo covid. Di fatto è difficile riuscire a denunciare un atteggiamento di questo tipo. I provvedimenti di Twitch poi arrivano, ma non spesso adeguati al danno che hanno causato, in quel caso lo streamer ha preso appena due giorni di ban. Il provvedimento minimo.
Il problema del “filtro” all’intrattenimento
Ovviamente è semplice per lo streamer difendersi dicendo di non aver mai direttamente esortato il suo pubblico a questo comportamento. Così come è altrettanto banale far notare che maleducazione chiama altra maleducazione e certe conduzioni lo sanno benissimo. Si avvia un meccanismo che assomiglia ad uno scambio perverso. Lo streamer diventa ambasciatore, finto inconsapevole, del caos che è intenzionato a creare suo pubblico, in cambio ne ottiene danaro da parte di chi non avrebbe mai il coraggio di avere simili atteggiamenti “di persona”. Senza contare che, una volta finita la polemica, rimarrà solo la pubblicità gratuita offerta da questi piccoli scandali. E allora come comportarsi in certi casi?
La moderazione
Un ottimo strumento di garanzia sarebbe l’istituzione di un team di moderatori che agiscano in tempo reale a seconda del numero di segnalazioni sulle dirette. Così da limitare immediatamente questi eventi e scoraggiare una pratica potenzialmente molto dannosa. Fermando la live o i commenti, immediatamente. Non solo per i commercianti ma anche per le reputazioni di tante altre persone che potrebbero essere i prossimi soggetti di questi attacchi. Si potrebbe agire per ban definitivi, però sarebbero una soluzione più drastica per una piattaforma che comunque monetizza gli introiti dei suoi utenti. Ne consegue la volontà di non perdere un investimento ma, allo stesso tempo, non essere un suo ostaggio. Una via di mezzo non semplice da trovare ogni volta.
Possiamo aiutare le piattaforme?
Educare al meglio i nostri figli all’uso della tecnologia resta, ovviamente, la prima forma cautelativa necessaria. Per quanto possa essere di cattivo esempio lo streamer di turno con i suoi atteggiamenti, far comprendere loro che fare scherzi telefonici o intralciare l’attività di chi lavora sia una stupidata è importantissimo. Lo è anche porsi con spirito critico verso le piattaforme e spingere a migliorarle e conoscerle il più possibile. Anche per questo Digital Education Lab vi viene incontro con i suoi articoli e i suoi corsi.