Il mestiere di un moderatore di Facebook
Sarà capitato un po’ a tutti, durante la navigazione nel popolare social, di trovare immagini o pensieri decisamente fuori contesto. Violenza, maleducazione, turpiloquio gratuito oppure foto di una certa crudezza o profili falsi. Non di rado succede di segnalare tali contenuti attraverso il menù a tendina a destra di ogni post. Molti di questi contenuti vengono cancellati prima ancora di ottenere la pubblicazione. Per altri, c’è bisogno di una sollecitazione degli utenti, a decidere è quasi sempre un numero di impiegati retribuiti a tal ruolo. A tal proposito oggi vi parleremo del mestiere di un moderatore di Facebook.
Una testimonianza diretta
Sarah Katz ha 27 anni e ha lavorato per quasi un anno con lo scopo di gestire quali contenuti andassero censurati nella piattaforma. Ha raccontato a Business Insider il suo exploit in un settore che ancora non si conosce molto in ambito lavorativo. Nonostante le difficoltà affrontate, ella ha sempre rivendicato con orgoglio il suo ruolo, caldeggiando un uso sempre maggiore di una unità di controllo anche in altre piattaforma del web. Al fine di ottenere una maggiore sicurezza complessiva. Non solo per i più piccoli, perché a nessuno fa piacere vedere la comunità web “sporcata” da questi atteggiamenti.
Le insidie quotidiane
Facebook gestisce le segnalazioni attraverso un ticket, come un messaggio privato che arriva al team di moderatori ogni volta che un utente ne fa richiesta. Ne arrivano ben 8000 al giorno, una media impressionante in cui un lavoratore può trovarsi anche a decidere della sorte di una immagine o di un post ogni 10 secondi. Come un qualsiasi giudice, anche il mediatore digitale a volte potrebbe trovarsi difronte immagini shockanti. A tal proposito Facebook è tenuta ad avvisare i moderatori tramite un documento in formato disclaimer che va firmato prima di ottenere tale posto di lavoro. Foto gore, immagini pedopornografiche, le insidie sono molteplici.
Le condanne
Non è detto che basti oscurare il contenuto. Spesso i moderatori tendono a rimuovere direttamente il profilo qualora l’account risultasse aperto da poco ( magari meno di un mese) o comunque risulti essere piuttosto scevro di indicazioni anagrafici precise. In più, attualmente, è possibile denunciare allo staff anche un utente sospettato di avere un nome di fantasia al posto del suo originario. In tal situazione i moderatori chiederanno l’invio di una foto della carta d’identità all’iscritto, in caso contrario congeleranno l’account.
Nuova forza lavorativa
Si calcola che, fino al 2016 siano stati assunti oltre 4.500 moderatori da parte di Facebook. Con una eventuale opzione di chiamarne altri 3.000 tra l’anno scorso e quest’anno. Al fine di contrastare il materiale non adatto all’audience del social. Una forza lavorativa che potrebbe investire presto anche la nostra penisola, addizionando una “nuova professione digitale”alla lista che abbiamo compilato in passato. Se ti interessa l’argomento continua a seguire il nostro blog ed iscriviti ai nostri social.