L’associazione che riaccompagna i vostri figli a casa dai party

Spesso da circostanze orribili fioriscono iniziative lodevoli che, in pochi anni, acquistano una voce importante nella nostra società, grazie alla loro capacità di colmare carenze strutturali nell’offerta di servizi di utilità sociale. E’ questo il caso dell’Associazione Giacomo Vidiri.
Come nasce tutto?
Il seme di questo sodalizio è scaturito infatti da una tragedia. Giacomo Vidiri, studente del liceo scientifico musicale Farnesina, a giugno 2013 muore, all’eta di 17 anni, in un incidente, mentre sta tornando a casa con la sua moto, dopo aver partecipato a una festa di istituto. Un fulmine a ciel sereno per un gruppo di ragazzi, liceali e appena diplomati, che si ritrovano le vite stravolte in una notte. Decidendo di reagire al dolore, per fare in modo che eventi così siano ridotti il più possibile in futuro.
Come fare?
L’idea innovativa riguarda un servizio taxi gratuito per accompagnare alle feste e poi riportare a casa, in tutta sicurezza, i liceali. Evitando che si mettano alla guida quando non sono lucidi, senza gravare sulle tasche di una generazione che comunque ha le sue problematiche nel pagarsi un servizio di trasporto privato ogni weekend, né sull’organizzazione familiare. Un modus operandi informale creato da giovani a vantaggio dei giovani.
L’organizzazione multimediale
La rete del servizio si snoda a livello organizzativo proprio attraverso i social network. I volontari dell’iniziativa postano sulla pagina Facebook l’annuncio riguardo la festa in cui offriranno i passaggi. Gli interessati possono prenotarsi immediatamente sulla bacheca evento. Indicando, nel loro ticket virtuale, la propria zona di residenza e la fascia oraria in cui desiderano essere riportati a casa. Spetta poi ai soci con le loro vetture disporsi strategicamente per dividersi i turni in base alle location e al numero degli iscritti.
Le parole dei volontari
“Cerchiamo anche di sensibilizzare i nostri passeggeri, invitandoli a divertirsi, come è giusto che sia alla loro età, ma senza esagerare. Perché basta davvero poco per perdere tutto“. Le parole di Luca Soldini, un altro giovane volontario dell’associazione. Nella loro pagina Facebook segnalano anche anche incontri nelle scuole, per far conoscere l’associazione e informare gli studenti sui rischi connessi all’abuso di alcol e droghe. Oltre ad un servizio di dopo scuola e di sala prove per musicisti in erba e non, al fine di coinvolgere ancora più coetanei a tali attività e stare assieme.
Iniziativa lodevole
Importante è anche sottolineare come un sodalizio tra ragazzi così giovani sia divenuto una buona pratica da seguire e diffondere nel giro davvero di pochi anni. Amplificato dai canali mediatici giusti, segnali di una educazione digitale che ha funzionato, mista all’intuizione che davvero mancava nel territorio. Identificare e promuovere simili realtà deve essere anche una nostra priorità, per offrire prove dello stato di salute florido di una generazione che usa con intelligenza i social e che andrebbe presa ad esempio.
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