L’Intelligenza Artificiale va regolamentata: ecco come
Gli automatismi nella tecnologia possono semplificare la strada dell’uomo in diversi modi. Dal moderare un dibattito su più piattaforme, allo sveltire le richieste del customer care, fino al restauro delle proprie foto. Ma L’intelligenza artificiale va regolamentata perché non tutte le sue applicazioni sono vantaggiose per la comunità. Dai deep fake fino al timore di trovarci all’interno di una puntata del popolare telefilm Black Mirror. Per queste ragioni, l’Unione Europea si sta muovendo per trovare delle soluzioni. Vediamo in che modo.
Ursula Von Der Leyen
“Gli umani sono sempre stati più bravi ad inventare nuovi strumenti che a usarli in modo saggio“. Ecco la premessa del Presidente dell’Unione Europea su questa riforma digitale, una serie di leggi specifiche per mettere la salvaguardia del cittadino al centro delle innovazioni. Il fine è quello di diventare il primo continente a diramare delle linee guida ufficiali su una questione così complessa. Considerando che ci sono in ballo non solo la libertà e la privacy dei cittadini, ma la stessa democrazia della nostra società.
Un volume da 81 pagine
A Bruxelles a gennaio sono state presentate e approvate una serie di norme. Lo scopo era offrire un minimo di regolamento ad un campo che rischia di non ricevere fin da subito un’educazione corretta. “L’intelligenza artificiale può introdurre tecniche manipolative, può portare a dipendenza. Al centro, invece, bisogna mettere la persona, la storia e i valori europei“. Ha aggiunto la Von Der Leyen.
Di cosa di tratta nello specifico?
Passiamo agli esempi pratici. Come ad esempio il divieto di sorveglianza di massa nei luoghi pubblici. Negare la possibilità di un riconoscimento facciale senza motivazioni plausibili se non ai fini ad esempio antiterroristici. Ad esempio identificare i responsabili della strage al Bataclan.
Altri esempi: il social scoring
I sistemi di “social scoring”, che in Cina sono già in trend. Ovvero una sorta di “patente a punti” da cui perdere valutazioni se ad esempio attraversi con il rosso o giochi troppo con i videogames. Una sorta di reputazione digitale che potrebbe svantaggiarti al momento in cui farai persino un colloquio di lavoro o proverai ad ottenere una borsa di studio.
Programmi predittivi
Si definiscono tali, quelle applicazioni che, attraverso algoritmi e sondaggi, prevedono le azioni di gruppi di individui. Per poi provare ad influenzarli a compiere altre scelte. Un po’ ciò che è successo con lo scandalo delle ingerenze russe sulle elezioni degli Stati Uniti nel 2016.
Non solo divieti ma anche attività monitorate
Se da una parte la Commissione Europea è fermamente convinta a bloccare certi fenomeni, per altri sarà vigile nel suo monitorare altri sviluppi. Ad esempio qualsiasi algoritmo possa avere un impatto notevole sulla vita dei suoi cittadini. Le applicazioni che si basano sull’intelligenza artificiale per semplificare attività impegnative. Come il filtrare curriculum, decidere se accettare un mutuo, l’accesso ad un’assicurazione e così via. Circostanze delicate che andrebbero valutate dal punto di vista umano e professionale e che non possono essere completamente affidate ad un processo automatizzato.
Il campo medico
Parliamo innanzitutto di salute pubblica (ad esempio, chirurgia assistita da robot, protesi intelligenti, medicina preventiva). Bisogna stare attenti all’uso dei dati personali. I pazienti devono essere salvaguardati, in primis il principio della parità di trattamento deve essere rispettato anche in caso in cui l’intelligenza artificiale aiuti lo staff. Sia in lavori operativi che di smaltimento delle file e presa in carico delle prenotazioni.
In campo giuridico
L’IA in futuro potrebbe anche guidare il giudice nel facilitare il compito di arrivare ad una sentenza. Con il fine ultimo di sveltire i tempi biblici dei tribunali. Anche questo settore viene visto con preoccupazione dall’ente. Quindi ognuno di questi automatismi, per ottenere l’autorizzazione, dovranno essere garantiti. Come? Superando dei test che ne certifichi un funzionamento meritocratico. Ovvero che non faccia discriminazione per età, razza, sesso o religione.
L’intelligenza artificiale va regolamentata per tutti
Non importa se nel territorio agiranno anche realtà extra-europee, chi vorrà operare nel territorio dovrà rispettarne i provvedimenti sull’Intelligenza Artificiale se vorrà lavorare con le proprie tecnologie. Altrimenti le multe saranno salatissime. Si parla di cifre fino a 20 milioni di euro oppure al 4 per cento del fatturato globale in caso di multinazionali.
Cittadino tutelato ma anche messo nelle condizioni di capire
Sicuramente il vigilare sarà anche importante, ma istruire lo è ancora di più. Le segnalazioni delle persone potranno arrivare alla comunità solo se essi saranno in grado di comprendere il torto eventualmente subito. Anche i non esperti in materia dovranno essere messi nelle condizioni di capire i concetti base del settore e avere a disposizione strumenti semplici con cui difendersi. Anche per agevolare tal compito, Digital Education Lab è da sempre vicino alle famiglie, con i suoi corsi e i suoi articoli settimanali, vi aiutiamo ad affrontare il mondo di domani.