La Cina limita i videogiochi ai ragazzi sotto i 18 anni

Il problema della dipendenza da videogames è un fenomeno serio che va trattato con le adeguate contromisure. Ci sono studi e analisi che si avvicendano da circa quarant’anni, al fine di contrastare un fenomeno che può segnare un numero imponente di persone ogni anno. C’è però chi non va tanto per il sottile con il problema e opta per contromisure importanti. Non stiamo parlando di un atteggiamento di qualche genitore molto severo, bensì di una intera nazione. La Cina limita i videogiochi online ai più giovani, vediamo di capire in che modo.
I precedenti
Se vi sembra un provvedimento curioso, sappiate che non è di certo il primo. Prima di quest’anno, gli utenti cinesi di età inferiore ai 18 anni avevano comunque regole stringenti. Potevano giocare online nei giorni feriali per un massimo di 90 minuti. Specificando il divieto di connessione dopo le dieci di sera e prima delle otto del mattino. Invece, nei giorni festivi e nei weekend, il massimo utilizzo era tre ore al giorno.
Come invece funzionerà adesso
Per la nostra cultura sono già questi dei provvedimenti molto pesanti, le nuove disposizioni sono persino persino più assurde. Giusto un’ora di connessione per i giochi online, 20:00 alle 21:00, da venerdì a domenica e in generale non più di tre ore alla settimana. Si è arrivati a questa decisione dopo che, nella prima settimana di agosto, si era generato un dibattito sulla stampa nazionale, al fine di frenare la dipendenza da videogiochi. Un fenomeno che ogni anno si fa sempre più pesante nel territorio. L’Economic Information Daily, quotidiano dell’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua legata al Partito comunista, citava il dato allarmante secondo cui i giovani cinesi passerebbero fino a 8 ore al giorno attaccati ai videogiochi.
Come faranno a monitorare la situazione?
L’attuazione sembra impossibile, eppure una misura del governo in realtà c’è ed è davvero fiscale. La National Press and Publication Administration pretende che gli utenti debbano registrarsi ed accedere con nome reale e riconoscimento facciale. Le software house sono state fortemente invitate ad elargire un servizio di gaming che abbia questi due presupposti. Pena la revoca del servizio per chi trasgredisce.
La Cina limita i videogiochi ai ragazzi, ma a controllare saranno le software house
Saranno quindi principalmente i produttori di videogiochi a sorvegliare gli accessi. Controllare possibili furbetti che tenteranno di trasgredire alle regole. In caso di minore, monitoreranno che il suo tempo non sia già terminato.
Si farà anche della prevenzione
Una cosiddetta campagna di sensibilizzazione arriverà a coadiuvare questa attività. Una strategia che coinvolgerà sia l’editoria che le amministrazioni della stampa. Dovranno: supervisionare e fornire riflessioni pertinenti che impediscano i minori a dedicarsi eccessivamente ai videogiochi. Trattando anche gli addetti ai lavori ancora perplessi sulle iniziative”. Si parla di un ruolo di guida “attiva per famiglie, le scuole e altri settori sociali. Al fine di co-amministrare a governare e adempiere alla responsabilità della tutela minorile in conformità con la legge e creare per loro un buon ambiente di crescita sana”.
Il riflesso di questa strategia
Le software house più di rilievo nella nazione, Tencent e NetEase, hanno subìto un deciso contraccolpo. Poche ore dopo l’annuncio avevano perso circa 10% alla borsa di Hong Kong. Al punto che il magazine Global Times era dovuto intervenire per attutire altri potenziali danni.
La lista coinvolti è notevole
Sono ben 36 le case di sviluppo di giochi cinesi entrate nella lista dei primi cento sviluppatori del settore mobile gaming a livello globale nel mese di luglio, da sole hanno incassato circa il 39,1% delle entrate totali ottenute dalle cento aziende durante il periodo su App Store e Google Play. Sensor Tower, che si è occupata di raccogliere questi dati, fa notare che gli incassi ammonterebbero a circa 2,39 miliardi di dollari in tutto il mondo. Ovviamente sarà difficile mediare questi numeri con le nuove iniziative del governo. Più restrizioni significano meno accessi e più facilità di perdere la clientela.
Educare e costringere non sono sinonimi
Certo, a qualcuno potrà far sorridere l’idea di un provvedimento che agisce come una grande madre di famiglia, che letteralmente stacca il modem ad un orario specifico a milioni di ragazzi cinesi. Ovviamente la vicenda è più grave di così. Sostituirsi all’educazione del nucleo familiare è sbagliato e controproducente per i soggetti che, al raggiungimento dei diciotto anni, potrebbero essere portati a fare peggio. Oltre a mettere in difficoltà ditte del settore, le cui relative perdite potrebbero gravare su ulteriori genitori. In questo effetto domino va ricordato il problema della privacy che emergerebbe dai riconoscimenti facciali.
L’importanza dell’individuo tecnologicamente formato
La cosiddetta “alimentazione digitale” deve essere un argomento da affrontare innanzitutto tra genitori e figli. Saper trovare proporzione e sobrietà senza gli eccessi che solitamente vengono attuati per poca conoscenza della materia. I videogiochi possono essere una risorrsa preziosa, e i nostri corsi ve lo possono dimostrare, l’importante è saperla usare.