La guerra in Ucraina si combatte anche sul web
Gli episodi degli scorsi giorni hanno destabilizzato l’Europa che da anni non viveva le avvisaglie di una guerra di queste dimensioni. Le notizie che arrivano dal fronte però, sono solo una parte di quelle che riguardano il conflitto. Una parte della guerra in Ucraina si combatte anche sul web ed è bene accorgersene. Per dimostrare quanto sia importante la quantità e la qualità delle informazioni giunte all’opinione pubblica.
Le richieste Russe a Meta
Il governo russo ha chiesto alla società di Facebook di interrompere il factchecking indipendente per le notizie che riguardano l’offensiva russa. Un monito che riguardava l’agenzia di stampa RIA Novosti, il canale televisivo Zvezda, i siti di informazione Lenta.ru e Gazeta.ru . La società, come nel caso di Trump tempo fa, ha però respinto con decisione la mozione del governo.
La risposta del governo
A quel punto, la replica dell’ente statale russo per il controllo sui media (Roskomnadzor) non si è fatta attendere. Annunciando una restrizione di natura parziale a tutti gli strumenti a cui fanno parte Meta, a partire dallo stesso Facebook. Un provvedimento che riguarderà tutto il territorio russo.
La cyber war è continuata contro le testate giornalistiche
Nel corso dell’ultimo weekend di febbraio, le redazioni di diverse nazioni sono state costrette ad aumentare le loro difese a causa di ripetuti attacchi informatici. Alcuni portali italiani hanno fatto sapere di aver ricevuto una pesante offensiva da parte di server situati in Cina e Russia. Per ore ad esempio Open è risultato accessibile solo da IP italiani.
Il collettivo Anonymous è poi sceso in campo nella guerra in Ucraina
In questa guerra digitale si è inserito anche l’elemento più imprevedibile: Anonymous. Che dal loro profilo di Twitter hanno apertamente dichiarato guerra a Putin e a tutti quelli che, come lui, si ritrovano ad invadere l’Ucraina in questi giorni. L’offensiva è stata imponente, a difesa della libertà e democrazia.
Cosa hanno attaccato?
Inizialmente gli attivisti hanno reso irraggiungibile il sito del Cremlino, poi quello della Duma. Non paghi, hanno iniziato un attacco al sito del ministero della Difesa russo. Da questi ultimi avrebbero anche estratto numerosi dati sensibili, caricati poi sul portale Mega alla fruizione di chiunque.
Ma non si sono limitati a questo
Le loro azioni si sono estese addirittura alla tv di stato russa. Gli hacker sono entrati nel sistema dei canali nazionali, riuscendo a trasmettere al posto del palinsesto regolare, ciò che volevano. Le immagini della guerra in corso e svariate canzoni del paese che era stato colpito.
Army of Ukraine
“La nostra intenzione è quella di creare un esercito IT. Siamo in ricerca di talenti digitali“. Sono le parole di Mykhailo Fedorov, vice primo ministro dell’Ucraina in delega alla trasformazione digitale. Le ha scritte in un tweet, chiedendo anche di inviare finanziamenti alla nazione tramite criptovalute.
Il progetto
Lo scopo è quello di creare un battaglione di hacker, al fine di garantire quantomeno i servizi essenziali ai cittadini rimasti a Kiev e per attaccare le forze nemiche. “Ci sono compiti per tutti. Proseguiamo a combattere anche a livello cyber”. C’è un gruppo telegram che ha superato le centomila unità. Ha un logo e tanti gruppi secondari per organizzare le strategie.
Chi è nel mirino? Chi altro sta contribuendo?
I target principali sono ovviamente le aziende russe che si occupano di energia e finanza, prima tra tutte il colosso Gazprom. Al fine di essere più operativi nel territorio, Elon Musk ha aderito all’appello di Fedorov e attivato in Ucraina i servizi di rete fornite da Starlink.
Cos’è Starlink?
Una costellazione di satelliti lanciati in orbita dal fondatore di Tesla. Essi mettono a disposizione una rete internet a banda larga che potrebbe essere fondamentale in caso di sospensione del servizio in Ucraina. Una eventualità nemmeno troppo improbabile e che non necessiterebbe nemmeno di un attacco informatico, considerando che diversi leader di telefonia in Ucraina sono di fatto russi.
La tecnologia diventa determinante nello storytelling e non solo
In un conflitto, l’uso della rete diventa necessario per diverse ragioni. Dal raccontare ciò che si sta vivendo, fino al rischio di poterlo distorcere. La mediazione di diversi agenti sul campo possono ripristinare o meno la qualità delle informazioni. Resta necessaria la responsabilità per chi gestisce piattaforme importanti, di proteggere chi al momento si trova nella situazione di maggior fragilità. Per ulteriori riflessioni sul tema, continua a seguirci sul blog e dai uno sguardo ai nostri corsi.