La Norvegia dichiara guerra ai filtri Instagram con una legge
Luoghi incantevoli, vite perfette ma soprattutto corpi scultorei. Un immaginario a cui sono abituati molti adolescenti quando si collegano i loro account. Spesso però quel mondo è pesantemente alterato, ma non lo sanno. Facendo comparazioni del tutto inesatte sulla loro vita e quella dei loro beniamini. Tutto questo ha un prezzo ma soprattutto resta un argomento delicato da trattare. C’è chi vuole fare una guerra ai filtri Instagram con una sacrosanta specifica. Dati alla mano, a ragione.
Una situazione difficile
Dei danni generati dalla cosiddetta perfezione da social, Facebook ne è a conoscenza dal 2019. Tramite alcuni dossier interni, svelati anche al pubblico nel settembre 2021 grazie ad una inchiesta di Frances Haugen attraverso il Wall Street Journal. Era emerso che una ragazza su tre avrebbe dichiarato di avere disturbi alimentari e depressivi. La piattaforma crea ansia e disturbi di carattere lesivo al 6% degli statunitensi e il 13% dei britannici crede addirittura che i social siano la prima causa. Facebook si è difeso parlando di campione d’intervistati ridotto e sondaggi incompleti, ma a dati rilevati sembra più un tentativo di non lasciar trapelare imbarazzo.
Esempi
Basta fare qualche esperimento per trovarsi di fronte a particolari inquietanti. Creando infatti due profili falsi di ragazze adolescenti e cercando riferimenti al fitness e al dimagrimento in solo uno dei due, i risultati non sono dei migliori. Quel profilo in cui vengono fatte simili ricerche, si ritroverà presto la bacheca invasa di “segreti per dimagrire velocemente” e corpi asciutti. Ripetendo l’esperimento con un profilo di un minorenne maschio, e inserendo i precedenti parametri, ci si troverà invece corpi muscolosi e integratori dopo poche ore.
Modelli di bellezza preconfezionati
Ragazze quindi spinte verso il dimagrimento, i ragazzi verso muscoli e una mascolinità accentuata. Dunque è questo lo scopo dei social? Probabilmente no. Gli algoritmi seguono tutti una sola e unica legge: tenere voi e i vostri figli il più possibile nella loro piattaforma. Per battere la concorrenza e vedere più pubblicità possibile. Per farlo prova ad indovinare ciò che più potrebbe interessare all’utente-cliente. Ciò che però l’algoritmo ancora non sa, è che il suo atteggiamento può ferire il prossimo.
Succede anche con TikTok
Nelle scorse settimane si è parlato di come anche su un altro popolare social i rischi non siano da meno. Ragazze che si sono trovate a soffrire di tic fisici, attacchi di ansia ed episodi depressivi a causa dell’eccessiva esposizione da certi video della piattaforma. Perché la perfezione, nelle arti e nel corpo, ti offre la popolarità. E la popolarità ti permette di fare soldi.
Una riflessione memorabile
Volendo citare una giornalista di mashable USA: “Tutti sono sui social per guadagnarci, tranne gli adolescenti stessi”. Che sono quelli che più subiscono un determinato tipo di modelli, insicurezze e disagi. Un sistema un po’ perverso, facilitato da una piattaforma che studia ciò che piace e sa come e cosa proporti di continuo. E mentre Instagram ci assicura di star lavorando per una maggior consapevolezza sulla piattaforma, c’è chi cerca misure preventive più immediate.
La Norvegia dichiara guerra ai filtri Instagram con una legge
Il paese scandinavo ha reso illegale agli influencer la pratica di pubblicare foto ritoccate online senza segnalarlo. Non parliamo solo di multe a livello economico ma anche della possibilità di pena detentiva. Passata questa estate sotto forma di emendamento Marketing Act del 2009, sta per entrare in vigore con il beneplacito del Re.
Come funziona?
Gli emendamenti sanciti dal ministero norvegese esigono che ogni pubblicità che presenti alterazioni di qualunque tipo alla forma e al peso del corpo o al colore della pelle dovranno essere segnalate. In che modo? Attraverso delle etichette standard che saranno rese disponibili dal governo. Una maniera per non interferire con i lavori degli influencer ma in qualche modo per far sapere ai propri follower il lavoro che c’è dietro ad ogni scatto che sembra apparentemente spontaneo.
In Italia se n’è parlato
Dell’iniziativa ne hanno discusso anche al programma tv Le Iene, con un servizio che ha coinvolto diverse celebrità digitali. Parlando del tema e lanciando un hashtag che possa invitare altri colleghi a parlare di questa annosa questione, ma soprattutto mostrarsi al di là di alcune rughe cancellate.
Una legge che è arrivata dopo un’analisi del fenomeno
Che il provvedimento sulla guerra ai filtri Instagram sia migliorabile o già perfetto così, non cambia il fatto che esista perché si è studiata la situazione. Questo è sempre il primo passo per cercare una soluzione o correggere un comportamento potenzialmente sbagliato ispirato dai progressi tecnologici. Un processo di analisi e azione a cui possiamo partecipare tutti. Basta informarsi e riflettere in maniera continua. Noi di Digital Education Lab, attraverso i nostri corsi e articoli, forniamo le basi per iniziare questo processo a livello individuale.