La privacy su Facebook cambia, ecco come
A Londra il 27% della popolazione ha tranquillamente ammesso di non saperne granché su come proteggere e tutelare i loro dati sui social. Esquire fa sapere che il 28 e il 29 agosto, nella città, apriranno alcuni bar “temporanei” a tema. Luoghi come il ”The Attendand” in Great Eastern Street e il ”Takk” di Tariff Street, dove sorseggiare un caffè e, nel frattempo, farsi valutare lo stato di sicurezza dei propri profili. Perché dopo il caso di Cambridge Analytica e altre spiacevoli trascorsi si è capito che prevenire sia meglio che curare su questi temi. A tal proposito anche la privacy di Facebook cambia. Vi illustriamo i passaggi fondamentali.
La salata multa
Pochi mesi fa Zuckerberg, ha dovuto mediare un maxi patteggiamento di 5 miliardi di dollari con le autorità Usa per risolvere l’annosa vicenda sopra descritta. Subito dopo è corso ai ripari con alcune strategie mirate verso la questione. Una di queste è l’opzione ‘Attività fuori da Facebook’ (Off-Facebook Activity) . Essa darà una sezione a parte che consente di vedere un riepilogo delle app e dei siti web che, tramite Facebook, potrebbero aver acquisito alcune nostre informazioni. In che modo? Dai test sulla personalità fino ad usare l’account del social per collegarsi ad un sito.
L’annuncio
A farne parola delle novità è stato Erin Egan, chief privacy officer dell’azienda californiana. Spiegando come attraverso la stessa funzione precedentemente descritta sia anche possibile cancellare tali informazioni sensibili dal proprio account. “Renderemo, inizialmente, questa funzione gradualmente disponibile per le persone in Irlanda, Corea del Sud e Spagna“, ha dichiarato la manager. Specificando che “continueremo nei prossimi mesi a introdurla in tutto il mondo per garantire che funzioni in modo efficace per tutti“.
La funzione
Sul sito degli sviluppatori del social, e nel dettaglio, viene imbastita e propria lezione su come e quando vengono raccolti i dati, come cancellarli, metodologia delle misurazioni, violazioni della policy. Ovviamente in sinergia con le novità precedentemente spiegate.
Pubblicità e dati sensibili
In media ogni smartphone ha circa ottanta applicazione e, mensilmente, ne usiamo circa la metà. Sappiamo davvero l’uso che viene fatto dei nostri dati e cosa viene raccolto? Questa la domanda che viene avanzata dal social. Considerando che loro stessi sono i primi ad effettuare una schedatura per proporci le pubblicità più ottimizzate e le pagine che potrebbero interessarci.
Tentare di dare una spiegazione un po’ a tutto
Oltre al pulsante ‘Attività fuori da Facebook’, viene introdotta anche la ‘Libreria inserzioni’. Ovvero Facebook ci spiegherà perché visualizziamo quello specifico consiglio per gli acquisti rispetto ad un altro. Monitorando anche un repilogo delle informazioni che terzi potrebbero aver acquisito da noi tramite Facebook Pixel o Facebook Login. Dandoci la possibilità di disconnettere alcune o tutte le informazioni del proprio account che sono state concesse fino a quel momento.
Un passo in avanti
La multa salata avrà invogliato la società a correre ai ripari, con questo sistema ibrido tra tutoraggio e trasparenza. Da una parte per provare ad insegnare le basi dei diritti dell’utente, dall’altra si fornisce nuove opzioni per tenere sotto controllo ciò che a volte ingenuamente cediamo della nostra privacy. Ovviamente il secondo punto risulta più accessibile del primo. Perché in pochi troveranno immediato o comunque piacevole leggere pagine e pagine di teoria, nonostante siano a favore degli utenti. A tal proposito noi siamo qui anche per questo, semplificare la vostra vita online, dandovi nel quotidiano l’essenziale per riflettere e diffondere educazione digitale.