Troveremo la pubblicità su WhatsApp dal 2019, è confermato.
Il sistema di messaggistica più famoso del mondo è stato sempre al centro di numerosi dibattiti. Dalle temute spunte blu fino al tormentone in merito ai pagamenti annuali. Già, perché almeno fino ai primi giorni del 2016, il team dell’applicazione chiedeva di partecipare al sostegno dei servizi con una cifra simbolica di 0,89 cent all’anno. Una tariffa veramente esigua per il compito che svolgeva, ma comunque l’audience era ben restia a fornire il proprio contributo monetario. Rinunciando persino per qualche giorno al suo uso, attendendo il salvifico sms ad avvertire l’estensione gratuita del servizio. Il problema del “pedaggio” periodico è stato eliminato per la clientela ma, come vi stiamo per introdurre, i team ha trovato una fonte alternativa per finanziare lo sviluppo della nota applicazione. In questo articolo vi spieghiamo perché e come troveremo la pubblicità su WhatsApp dal 2019.
La conferma ufficiale.
A darne notizia è stato Luca Colombo, il Country Director di Facebook Italia. Durante l’Ey Digital Summit tenutosi a Capri. La motivazione è semplice: Il proprietario dell’App (Mark Zuckemberg) ha notato un elevato potenziale per le aziende riguardo le pubblicità all’interno degli altri due social da lui gestiti, ovvero Instagram e Facebook. L’idea è quindi quella di sfruttare questa chance anche per WhatsApp.
Ma attenzione: per ora nulla che riguardi le chat.
Se vi si sono pavimentati scenari apocalittici in merito alle vostre abitudinali comunicazioni, invase prossimamente dagli sponsor, no. Non è ciò che per fortuna accadrà nel breve tempo. Infatti da gennaio appariranno solo durante le stories e cambi di status degli utenti. Non una grossa cifra di clienti le utilizzano e forse una buona parte nemmeno sono a conoscenza di tale modalità. Ma basta quel 3% di (riconosciuti) consumatori per avere discrete cifre su cui sperimentare l’utilizzo di Ads discreti e quasi invisibili.
“Niente è gratis…
…E se lo sembra, vuol dire che il prodotto sei tu”. Recitava un vecchio proverbio riferito al marketing, ed è veritiero. WhatsApp deve trovare il modo di generare del profitto come ogni società, avendola Facebook rilevata ben quattro anni fa per 22 miliardi di dollari. In un periodo in cui Mark Zuckemberg era ancora impegnato a creare un profilo d’impresa plasmato in maniera ergonomica ed efficace con la risorsa pubblicitaria. Ora che questo modello è stato consolidato, cerca di proporlo o quantomeno “tradurlo” verso altre realtà.
Il futuro?
Non ci è dato sapere in che modo si evolverà questo meccanismo, per quanto sapere che le chat non ne saranno per ora intaccate ci dà del sollievo, ma ovviamente la questione apre dibattiti. Ad esempio, come troverà il modo l’applicazione di creare annunci adeguatamente “su misura” dei propri clienti (come su Facebook ad esempio), conoscendo sicuramente meno del profilo del consumatore? Perché ricordiamolo, le conversazioni WhatsApp sono protette da un meccanismo di crittografie end-to-end. Tale a rendere non intercettabili i nostri dialoghi e quindi sicuri. E come reagirà la concorrenza, come ad esempio Telegram, cresciuto generosamente negli ultimi anni? Per ora ovviamente non lo sappiamo. Ma vi terremo aggiornati sul nostro blog, seguiteci anche sulle nostre pagine social per non perdere nemmeno una novità su questi temi.