Mila con Instagram ha riaperto il dibattito sulla laicità in Francia
Un’adolescente può con alcuni post su Instagram riaprire un serio dibattito politico riguardante una nazione intera? A quanto pare si. Questo è ciò che è successo in Francia nelle ultime settimane, dove la vicenda di Mila sta facendo discutere l’intera nazione sul tema della laicità.
Il video che ha fatto discutere
Mila è una sedicenne residente vicino Lione che il 18 gennaio ha pubblicato un video su Instagram in cui fa un chiaro riferimento al suo orientamento sessuale. Un coetaneo di religione mussulmana, come risposta, ha deciso di insultarla per la sua omosessualità. A quel punto la ragazza ha replicato con un video in cui si scaglia contro certi dogmi della religione musulmana che, a suo parere, fomentano tali attacchi di odio nei confronti della comunità LGBT.
La gogna del web
La successiva replica è stata una serie di insulti, minacce di stupro e di morte ai danni della giovane ragazza. Vista la grave escalation della situazione, il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di intervenire in difesa della ragazza. Quest’ultimo ha anche specificato di aver aiutato Mila a trasferirsi in un nuovo istituto per garantire la sua sicurezza.
Il politico non si è fermato qui
Il capo di stato francese ha poi aggiunto al quotidiano Le Dauphine Libere che: “La legge è chiara: abbiamo il diritto di criticare le religioni. L’ordine repubblicano non è un ordine morale“. Specificando anche: “ciò che è fuorilegge è incitare all’odio e attaccare la dignità”. Macron ha poi fatto notare come: “In questo dibattito abbiamo perso di vista il fatto che Mila è un’adolescente. Dobbiamo proteggerla a scuola, nella sua vita quotidiana, nei suoi movimenti”.
La polemica non sembra voler cessare
Intanto Mila, invitata al programma Quotidien, non si è certo mostrata pentita del suo video. “Era proprio quello che pensavo. Non devo nascondermi per questo motivo. Non devo smettere di vivere per questo“. Tenendo a precisare: “In qualche modo mi dispiace un po’ per le persone che potrei aver offeso e che praticano la loro religione in pace. Non ho mai voluto prendere di mira le persone. Volevo parlare di una religione e dire cosa ne pensavo, niente di più”.
Le reazioni della rappresentanza musulmana
Abdallah Zekri, delegato generale del CFCM, ha dichiarato in un’intervista radiofonica: “Questa ragazza sa esattamente cosa ha fatto. Si raccoglie ciò che si semina”. Facendo notare che, a suo giudizio, i commenti dell’adolescente non rientravano nel concetto di libertà di espressione, ma piuttosto erano offensivi e provocatori. Molto più morbida invece la posizione di Mohammed Moussaoui, il nuovo capo del CFCM. Quest’ultimo ha fatto presente che, nonostante le critiche all’Islam, nessuna osservazione può giustificare le minacce di morte fatte alla ragazza e che tutti dovrebbero avere il diritto di critica.
Il Pubblico Ministero ha avviato due indagini
Il caso ovviamente si fa spinoso. Se da una parte la ragazza ha avuto il merito di rilanciare un tema molto caldo in Francia, dall’altra bisogna specificare che i toni usati nel video erano molto coloriti. Il pubblico ministero ha avviato un’indagine sulle “minacce di morte, reati e molestie” ricevute dalla ragazza. Contestualmente però, ne ha aperto anche uno sulla possibilità che Mila abbia provocato odio religioso con alcune sue espressioni e riferimenti nel video.
Un caso simbolo
A volte può bastare l’esternazione di una giovane ragazza per rilanciare temi caldi che forse, in fondo, si ha paura di esporre. In questo i social possono essere una notevole cassa di risonanza.
E’ necessario però esprimere le proprie idee con la dovuta accortezza ed educare gli spettatori mediatici a non reagire con violenza quando si è in disaccordo. Si può discutere sui toni e sulle modalità con cui esprimere la propria opinione, ma per nessuna ragione al mondo dovrebbe essere mai messa in discussione la libertà di pensiero e di parola di un individuo, men che mai minacciare una giovane ragazza per le sue idee ed orientamento sessuale.