Minecraft nelle scuole: boom e curiosità di una felice intuizione
In passato abbiamo parlato della genesi e modalità di Minecraft Education. Oggi ci teniamo a mostrare quanto un progetto così ambizioso sia arrivato a un successo che nemmeno gli stessi programmatori osavano auspicare. Tra simpatici esperimenti e numeri in salita, Minecraft nelle scuole oramai sta spopolando.
Escalation clamorosa
Quando lo svedese Markus Persson creò la prima versione alpha del videogioco nel 2009, il progetto era totalmente low budget. Il programmatore, appena trentenne, aveva però già una significativa carriera di titoli indipendenti alle spalle. Avendo iniziato la sua carriera di “smanettone” a sette anni su un Commodore 128. Quando i videogames erano considerati solo “giochi”.
L’idea semplice
In un mondo in cui le software house puntano alla grafica all’avanguardia e le storie articolate da film, Minecraft si presenta come una antitesi a tutto ciò. È immediato, nel suo dualismo “crea/distruggi”. È semplice, nella sua grafica pixelata. È praticamente infinito, perché non c’è un unico scopo da portare a compimento per decretarne il suo termine.
Gli antenati di Education
Il primo novembre 2016 è stata lanciata la versione “scolastica”, ovvero Minecraft Education Edition. Ma prima di allora il programma era già stato utilizzato per insegnare numerose materie. La Haslingfield School in Cambridgeshire insegnava storia, ricreando l’età di bronzo in una versione pixelata. Il governo della Danimarca addirittura strutturò l’intera nazione virtuale, al fine di spiegare la geografia in maniera più divertente. I casi più eclatanti di come il videogioco rappresentasse un compromesso tra impegno ed intrattenimento ludico. Imparare attraverso uno un canale ricettivo semplice e molto conosciuto.
Minecraft nelle scuole: una popolazione che cresce
Attualmente sono stimate ben 4 milioni di licenze di Minecraft Education vendute in tutto il mondo. In ben 115 paesi, con professori che si iscrivono ogni mese. Potendo già disporre di oltre 250 tutorial pronti all’uso e senza l’assillo di dover costruire quindi una lezione da zero. Tra gli ultimi ha avuto un grande successo “Hero’s Journey“, un mini corso da 12 lezioni costruito sulla figura dell’agente. Completamente “user friendly” per gli alunni più giovani e ancora non avvezzi al coding.
L’importanza dell’approccio con i videogames
Uno studio indipendente dell’associazione No profit Project Tomorrow ha scoperto che l’incremento dei videogiochi in tale ambito nel 2016 è aumentato del 68%. Sia nelle scuole primarie che secondarie. “Un videogioco ben strutturato può dimostrarsi utile come un libro ben scritto. Non ci sono molte controindicazioni o istruzioni per l’uso. È tutto nelle mani della creatività dell’insegnante e del creatore del prodotto”, così afferma Michael John, Program Director del “Games and Playable Media Master” della Università California di Santa Cruz.