Modalità AAT: Facebook combatte l’odio e aiuta chi ha disabilità visiva
La piattaforma da anni si dimostra intenzionata a eliminare il problema dalla base. Ovvero risolvere i contenuti potenzialmente dannosi in fase di pubblicazione, agevolando il compito dei moderatori. L’odio su Facebook è un problema serio. Contrastandolo non rendiamo solo più sereno il web ma, grazie all’intelligenza artificiale, saremo in grado di rendere la rete più fruibile a soggetti affetti da disabilità visiva. Come? Attraverso la modalità AAT e le sue innovazioni che vi mostriamo attraverso questo articolo
Un progresso importante
All’80,5% verso la fine del 2019, nel 2017 la percentuale invece era ferma al solo 24%. Di cosa stiamo parlando? Dell’efficacia del machine learning nel rimuovere i contenuti postati che non rispettano gli standard della comunità. Revenge porn, post di nudo, fino alle offese più classiche. Un insieme di negatività e cattiverie che vengono rispedite al mittente prima ancora che possano vedere luce sulla piattaforma. Perché si sa, alcune cose è meglio che non compaiano proprio sul web o la diffusione diventa inarrestabile.
Cosa ha contribuito a questo enorme miglioramento?
In questi ultimi mesi non è solo migliorata l’interazione con i contenuti minacciosi. Ma l’AI adesso è ottimizzata per funzionare con precisione in più lingue. E se tre anni fa la copertura ed efficacia era unicamente a vantaggio della lingua inglese, oggi abbiamo una migliore precisione anche con lo spagnolo e arabo. Oggi la quantità di contenuti di incitamento all’odio rimossa è arrivata a 26,9 milioni di minacce, rispetto ai 22,1 del trimestre precedente.
Le parole del VP of Integrity di Facebook, Guy Rosen
«Stiamo lentamente proseguendo nel reintegrare la nostra forza lavoro addetta alla revisione dei contenuti a livello globale. Anche se prevediamo che quest’area sarà influenzata dal Covid-19 fino a quando il vaccino non sarà ampiamente disponibile. A causa della limitata capacità, diamo priorità ai contenuti più dannosi, come i contenuti di suicidio e autolesionismo, che vengono esaminati dai nostri team».
Che miglioramenti ci dobbiamo aspettare dal 2021.
«Ottimizzare il processo anche su Instagram e aggiungere nuove categorie di policy su Facebook per categorie sensibili». Lo specialista parla di «ottimizzare la sinergia tra i portali al fine di tenere i contenuti dannosi fuori dalle app». Tra queste importanti innovazioni abbiamo un sistema che potrebbe rivoluzionare sempre di più la moderazione dei social network e non solo. La modalità AAT.
Cosa si intende per AAT
L’acronimo AAT sta per Testo Alternativo Automatico. Ovvero tramite l’uso dell’Intelligenza artificiale, si migliora precisione e dettaglio alle descrizioni delle foto pubblicate sul social network e su Instagram per le persone non vedenti e ipovedenti. Letteralmente l’intelligenza artificiale “descriverà” le immagini. Che non solo agevolerà la possibilità di trovare minacce, ma semplificherà la fruizione dei post verso le categorie di persone precedentemente indicate. Facebook starebbe lavorando proprio per perfezionare tutto questo.
Come funziona in questo momento?
Oggi molte immagini vengono pubblicate senza un cosiddetto testo “alternativo”. Già dal 2016 Facebook ha inserito la tecnologia AAT di visione artificiale. Essa crea, in modo automatico, le descrizioni di un’immagine. Ci riesce attraverso parametri del suo immenso database. Una volta assimilata la nozione, il lettore di schermo può descrivere il contenuto delle immagini. Di solito, utilizzando una voce sintetica per consentire alle persone non vedenti o ipovedenti di ‘ascoltare’ le foto nei loro feed di Facebook e di Instagram.
Come invece funzionerà in futuro?
Migliorando l’AAT tramite il machine learning, Facebook lo potenzia di dieci volte. Permettendogli di riconoscere la tipologia di attività, simboli e razze di animali. Con descrizioni più approfondite che non ci immagineremmo. Ad esempio descrivere un selfie di due persone dinnanzi alla torre pendente di Pisa. Riuscendo anche a cogliere la posizione e l’interazione tra gli oggetti presenti nella foto specifica (in alto/al centro/in basso o a sinistra/centro/destra) e persino la loro dimensione relativa (primaria, secondaria).
Importante investitura
L’AAT, nel 2018, ha conseguito il premio Helen Keller Achievement Award della American Foundation for the Blind. Un traguardo importante quindi, perfezionato grazie ad una causa importante come la lotta all’odio. Esempio brillante di come un obbiettivo ne possa consequenzialmente portare a compimento anche altri. Grazie alla ricerca e alla consapevolezza degli strumenti tecnologici a nostra disposizione nel presente. Digital Education Lab è al tuo fianco per una sana educazione verso un futuro all’avanguardia per tutta la famiglia, grazie al nostro blog e ai nostri corsi.