Parole O_Stili, uno strumento per combattere il cyberbullismo a scuola e a casa
Parole O_Stili, col suo manifesto è ormai diventato un movimento ai quali hanno aderito in centinaia di migliaia, che ha varcato i confini nazionali. Un’occasione per ridefinire lo stile con cui stiamo in Rete e per responsabilizzarci a scegliere con cura le parole che usiamo, proprio perché “le parole sono importanti”. Quindi cominciamo con i più giovani utilizzatori della rete. Di seguito le iniziative del Miur, e soprattutto le linee guida per diffondere queste partiche virtuose tra gli educatori, i genitori, con tanto di kit per “allenare” grandi e bambini a comportamenti non dannosi su internet, per se stessi e per gli altri.
Parole O_Stili e Digital Education
L’Educazione digitale, passa dall’educare e dall’informare. Non solo i genitori, ma soprattutto gli adolescenti, le bambine e i bambini che su internet interagiscono attraverso i social, le chat, oppure a scuola quando utilizzano gli strumenti digitali per imparare, creare, giocare.
Il linguaggio in questi casi è tutto. Le parole scritte in un commento sotto una foto, in una chat, o in contesti dove i più giovani si confrontano on line, sono più pesanti che macigni. Lavorare con i bambine e bambini sulle parole diventa fondamentale. Qualche settimana fa è partita dal Miur l’iniziativa di far prendere consapevolezza ai più giovani del Manifesto delle Parole o_stili, attraverso laboratori, giochi di ruolo, percorsi didattici dedicati.
Cos’è il Manifesto Parole O_stili?
Parole O_Stili è l’Associazione che ha dato vita al “Manifesto della comunicazione non ostile”. Un documento nato dall’impegno di oltre 300 tra giornalisti, manager, politici, docenti, comunicatori e influencer per contrastare la violenza verbale che sta dilagando sul Web, soprattutto all’interno dei social network. Il decalogo è scritto in prima persona, si propone un grande obiettivo: ridurre, limitare e combattere i linguaggi negativi dei ragazzi di qualsiasi età, e promuovere l’utilizzo della Rete come strumento di inclusione.
Per poter raggiungere le nuove generazioni è altrettanto importante coinvolgere gli insegnanti. Insieme ai genitori sono le figure che, oltre ai genitori, possono portare una nuova forma di cultura ai ragazzi. Purtroppo non sempre hanno gli strumenti adatti. Attraverso questo movimento, si può sperimentare un altro modo per avvicinarli al mondo della comunicazione dei ragazzi di oggi.
Dati: la metà dei ragazzi on line è colpita da messaggi d’odio.
L’hate speech provoca emozioni negative, sino a generare un alto livello di rabbia. Questo è uno dei dati preliminari che emerge dai dati della ricerca “EU Kids Online per MIUR e Parole O_Stili”. Il 31% degli 11-17enni dichiara di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi rivolti a singoli individui o gruppi di persone, attaccati per il colore della pelle, la nazionalità o la religione. Il sentimento più diffuso è la tristezza (52%) che produce da rabbia (36%), disprezzo (35%), vergogna (20%).
Complessivamente cresce la percentuale di ragazze e ragazzi che vivono esperienze non salutari sul web.
Erano il 6% nel 2010, sono più che raddoppiati, diventando il 13% nel 2017. E’ drammatico che nel 58% dei casi gli intervistati ammettano di non aver fatto nulla per difendere le vittime.
La ricerca è stata condotta dall’OssCom (Centro di ricerca sui media e la comunicazione) dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’ATS Parole Ostili (formata da Associazione Parole O_Stili, Università Cattolica e Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo). Già altre ricerche altre ricerche recenti – come quell’Unicef – avevano fatto un appello affinché fosse accresciuta e diffusa conoscenza delle opportunità di prevenzione dai rischi per i minori su internet.
Formazione per insegnanti ed educatori
La necessità di una formazione adeguata ha messo d’accordo il Miur con la Rai, che hanno progettato una piattaforma attraverso la quale gli insegnanti parteciperanno a 30 tra lezioni frontali e workshop per un totale di 3.600 ore di formazione gratuita. L’Associazione Parole O_Stili ha consegnato ai docenti oltre 100 schede didattiche. Uno strumento pratico per affrontare i temi dell’educazione e della cittadinanza digitale attraverso i dieci principi del “Manifesto della comunicazione non ostile”, già adottato e diffuso dal Miur nelle scuole italiane con l’avvio dell’anno scolastico in corso.
I workshop sono stati tenuti da professori universitari e da professionisti che lavorano nell’ambito della comunicazione a partire dal primo evento dello scorso 9 febbraio 2018.
Laboratori con i genitori, attenzione, cura e confronto.
“Parole a Scuola”, l’iniziativa figlia del manifesto della comunicazione non ostile si porta dietro materiale didattico e percorsi di sensibilizzazione per i genitori, da sperimentare a scuola, o nei luoghi dove si pratica l’educazione digitale. Sono state messe a disposizione cento schede didattiche.
Qualche esempio?
Insegnare la disputa felice ai tempi del far web (laboratorio con genitori e adolescenti).
Primo momento. Sappiamo confrontarci efficacemente con il diverso da noi? Una parte del laboratorio, infatti, con l’aiuto dei migliori principi della retorica, del media training e della comunicazione di crisi, spiegherà come sostenere il proprio punto di vista davanti all’altro che non è d’accordo.
Senza litigare, ma provandovi gusto e soddisfazione.
Secondo momento. Indagheremo da vicino il fenomeno dell’inquinamento della Rete in tutte le sue manifestazioni, per spiegarci di cosa parliamo quando parliamo di odio e social media.
Gli spunti sono tantissimi, si può trarre ispirazione da queste schede didattiche per creare un percorso tutto nuovo sia per gli studenti, che per i genitori. L’obiettivo è rendere concreto, replicabile, accessibile il manifesto. Infatti tra le schede didattiche proposte, molti dei possibili laboratori ruotano intorno ad alcuni punti tra i più importanti del manifesto.
- Prima di parlare bisogna ascoltare.
- Le parole sono un ponte.
- Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare.
- Gli insulti non sono argomenti
Se anche per te le parole sono importanti sul web, e nella vita di tutti i giorni, continua a seguirci, anche noi ci faremo ispirare dal Manifesto delle parole o_stili per laboratori e workshop per grandi e bambini.