Patentino per la robotica del Miur, in dettaglio con qualche punto da chiarire

Il Miur certifica le competenze in robotica acquisite dagli studenti. Il processo viene svolto, con la promessa di un “un patentino”, a partire dalla scuola primaria agli istituti di secondo grado. Tale notizia risale all’inizio dell’anno scolastico 2017/18, ma in queste settimane sembra ulteriormente definita, facendo emergere elementi di chiarezza.
Il progetto del patentino della robotica si rivolge agli istituti di tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree di Milano, Torino, Padova, Roma e Napoli e le rispettive regioni di riferimento, presso le quali sono state attivate le prime sedi d’esame.
Analiziamo nel dettaglio la situazione.
“La Robotica entra a scuola!”
Questo è il nome del progetto, che però non è del Miur ma del Gruppo editoriale Pearson Italia con Comau, azienda leader a livello globale nel settore dell’automazione industriale del gruppo FGA (Fiat).
È un programma proposto alle scuole, le quali possono inserirlo nella loro offerta formativa. L’obiettivo per gli studenti è imparare a usare un robot industriale attraverso un corso in parte online con materiali multimediali, oltre a esercitazioni e simulazioni, più una formazione in aula di 40 ore, impostata sulla robotica e l’industria 4.0.
Il corso
Il progetto Pearson-Comau prevede un’offerta completa di formazione per studenti e docenti. Con corsi che possono essere modulati secondo le esigenze dei singoli istituti. Il percorso ideale secondo gli esperti di Comau è cominciare proprio con i docenti, poiché : “Una volta formati, infatti, gli insegnanti potranno trasmettere competenze relative a coding e robotica agli studenti anche negli anni successivi”.
Il ruolo del Miur
Il marchio di validità del ministero dell’Istruzione passa attraverso il Patentino della Robotica. E’ riconosciuto come percorso di alternanza scuola-lavoro ed è utilizzabile – pare – come certificazione valida per il mondo del lavoro, riferito al laboratorio di robotica per la scuola con e.DO ; robot modulare e open source ideato da Comau per il settore educativo, al fine di insegnare i primi elementi di coding e robotica.
Progetti pilota
Questa formazione ha come protagonista (esclusivo, dal punto di vista del materiale didattico) e.DO. E’un robot antropomorfo che pesa 12 kg, definito dai suoi produttori: un “compagno di studi” altamente tecnologico ma che presenta caratteristiche sufficientemente semplici per essere padroneggiate da un adolescente. L’automa è già stato usato con successo in un progetto pilota di Comau con 3.000 studenti delle scuole di Torino e provincia, lo scorso anno.
Borse di studio
Entro gennaio 2018, dovrebbe essere attivata una prima classe, detta “classe Comau”, per ottenere il patentino della robotica, offerta gratuitamente attraverso una borsa di studio per 20 ragazzi, per ottimi risultati raggiunti in matematica e informatica.
Nel frattempo sarebbe prevista l’attivazione in contemporanea di altri corsi, in scuole che hanno già sposato tutto il percorso, probabilmente usufruendo per esempio del PON 2014-2020, per progetti legati alla didattica digitale e alla robotica.
Per il momento però, si assiste a un fiorire d’incontri e conferenze che presentano l’iniziativa, e le scuole si preparano a coinvolgere gli insegnanti disposti a ricevere questa formazione. Per esempio all’IIS di Cremona, di Alba, di Arezzo, alcuni istituti tecnici soprattutto della regione Piemonte e della Lombardia.
Patentino ed esame
Tutto l’iter, che sembra assicurare agli studenti di diventare esperti di robotica, è riconosciuto dal Miur come percorso di alternanza scuola-lavoro per un totale di 100 ore per ogni studente. Prevede un corso in parte online (60 ore) grazie a materiali multimediali, simulazioni ed esercitazioni, e una formazione in aula (40 ore) sulla robotica e l’Industria 4.0. Nella fase finale si valuterà la performance di quegli studenti in grado di utilizzare un robot come e.DO. Il tutto avverrà nell’Headquarter di Comau o nel Pearson Place di riferimento: un polo formativo dove i ragazzi potranno fare l’esame per ottenere il patentino.
Questi i fatti. Noi di Digital Education Lab che coltiviamo nei ragazzi che frequentano i nostri corsi (anche di robotica) sulle nuove tecnologie, lo spirito critico e il pensiero sequenziale, ci siamo fatti delle domande.
Quali costi ha il progetto per le scuole?
Si ha consapevolezza che la robotica è già da anni entrata scuola? Iniziativa che dobbiamo a docenti appassionati e illuminati, i quali hanno portato i ragazzi di licei e istituti – come l’Itis “Galileo Galilei” di Livorno e il Liceo “Leonardo da Vinci” di Treviso – a vincere proprio qualche giorno fa una competizione europea “Zero Robotics Competition”.
Senza dimenticare che, qualche anno fa in Cina, squadre italiane di studenti di alcuni importanti licei e istituti tecnici di Trento hanno conquistato la medaglia di bronzo al Rescue Line e Rescue Maze, sbaragliando tutti gli altri team mondiali.
Se la robotica “entra a scuola” adesso con Pearson e Comau, cos’è accaduto con i precedenti accordi del Miur per esempio con la Scuola di Robotica Educativa di Genova (che sta riproponendo dei corsi dal 2017) e di tutte le altre iniziative a macchia di leopardo che sono fiorite nella scuola proprio a partire dalla primaria di primo grado, finanziate dai genitori o con il crowdfunding?
Distrazioni, dirà qualcuno
La questione ancora più importante è che questo “patentino” sarà concesso soltanto a chi seguirà il percorso della Comau Academy, alle scuole che se lo potranno permettere, o grazie alle borse di studio.
E tutti gli altri che si sono formati negli anni alla costruzione e alla programmazione di robot senza alcun endorsement istituzionale?
I docenti interessati sanno che la strada per chi ha già cominciato a scuola a sviluppare competenze di robotica varcherà certamente i confini italiani.
Un gran peccato, una perdita di risorse che non possiamo permetterci.
Il coinvolgimento della scuola primaria?
L’altra riflessione è che i propositi di questo progetto che vuole educare alla robotica sino dalla prime classi della primaria, sembrano tutti da riformulare. Poiché l’effetto trainante è certamente dato dalla validazione del Miur, che di fatto certifica un percorso di alternanza scuola- lavoro. Non certo adatto per le bambine e i bambini.
Robotica: Learning by playing
Esperti e docenti internazionali valutano le buone pratiche dove discipline come la robotica, il coding, la realtà virtuale sono vissuti dagli studenti, soprattutto dai più piccoli, in un’ottica di gamification e learning by doing, oppure by playing. Creando contiguità tra la didattica innovativa in orario scolastico e i laboratori negli ambienti informali di apprendimento.
Di queste buone pratiche abbiamo fatto tesoro organizzando i laboratori di robotica educativa di DEL, che continueranno nei prossimi mesi.
Seguiteci!
Vi aggiorneremo anche su come si svilupperà questa iniziativa ministeriale del patentino della robotica, che promette anche una certificazione professionalizzante riconosciuta a livello internazionale.