8 ragazzi su 10 sono potenziali vittime di fake news

Per fare un’analisi accurata della cultura tecnologica della nostra nazione e delle sue eventuali contraddizioni è necessario indagare le abitudini di tutta la popolazione. Le statistiche devono quindi descrivere in modo accurato non solo i comportamenti dei genitori, ma anche quelli dei loro figli. Da una recente inchiesta promossa dal MOIGE (Movimento Italiano Genitori), è emerso che ben otto ragazzi su dieci sarebbero potenziali vittime di fake news. Vediamo nel dettaglio i dati di questa vera e propria denuncia sociale.
La ricerca
L’indagine in questione aveva lo scopo di analizzare il fenomeno del cyberbullismo e l’utilizzo dei social da parte dei ragazzi. La ricerca è stata condotta dal Prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma su un campione di 2.778 ragazzi di età compresa tra gli 8 ed i 18 anni.
Costantemente connessi
L’81% degli intervistati afferma che tutti i dispositivi presenti a casa sono connessi ad internet ed il 55% di loro ammette di postare e controllare ogni giorno tutti i suoi profili social. Ciò avviene per non voler tralasciare nessun dettaglio della loro quotidianità. Le piattaforme social più utilizzate dai ragazzi risultano essere: Instagram (77,4%), Youtube (62,3%), Snapchat (35,7%), mentre Facebook con il suo 33,9% si attesta in netto calo rispetto agli anni precedenti.
Il 31% degli intervistati si è sentito “cyberbullo” almeno una volta
Il motivo più comune? Aver fatto girare video imbarazzanti in cui venivano presi in giro dei compagni di classe. In generale, ben il 50% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di condividere immagini personali ed il 21% ha l’abitudine di filmare circostanze dentro e fuori le proprie classi. Ci troviamo insomma davanti ad una fascia di utenti che produce continuamente materiale di qualsiasi tipo, complici gli smartphone sempre più all’avanguardia, connessioni potenziate ed una maggior facilità di scambio dei file.
Tanto esperti con la tecnologia quanto ingenui
Ben 8 ragazzi su 10 sono potenziali vittime di fake news poiché, per distinguere le notizie reali da quelle false, si affidano esclusivamente al loro istinto ed alle loro capacità personali. Non si evince quindi nessuna linea guida imparata a scuola o consigli di parenti riguardo fonti di informazioni considerate sicure ed attendibili. Strumenti che invece servirebbero ai ragazzi per farsi largo nel mare di cattiva informazione (e disinformazione) in cui navighiamo. E’ inevitabile che i più giovani ne risentano. Più della metà del campione infatti (circa il 55%) ha dichiarato di aver creduto ad una fake news e di essersene accorto solo successivamente.
Manca la supervisione
Uno dei dati più tristi emersi dall’indagine è il basso controllo dei genitori sulla vita online dei ragazzi. Il 63% dei ragazzi intervistati dichiara infatti di esplorare il web in solitudine, nella propria stanza o in giro per casa con un pc portatile.
Da ciò si evince che i ragazzi di oggi non sono ancora adeguatamente alfabetizzati alla cultura del digitale e necessitano di una supervisione attiva o quantomeno di un approccio costruttivo. In poche parole, servirebbe una sorta di tutoraggio (lieve o marcato, a seconda dei casi) che solo una figura adulta può fornirgli.