Revenge Porn: perché ricompaiono i video su Tiziana Cantone?
Tiziana Cantone fu il simbolo di un periodo. Un lasso temporale in cui, a suo malgrado, ci accorgemmo un po’ tutti di quanto la rete potesse divenir pericolosa nel suo aspetto virale. Un crudo esempio di come un approccio troppo leggero al mondo del digitale possa rovinare una esistenza. Un esempio di come pochi secondi possano rovinare una vita intera.
Chi era Tiziana Cantone?
Una ragazza come tante, nata a Casalnuovo di Napoli e cresciuta con l’aiuto di sua madre e sua nonna. Poco più che trentenne, condivise alcuni video che la ritraevano in intimità con un ragazzo. Senza sapere che quel materiale sarebbe diventato presto virale. Era il 2015.
L’impatto mediatico
Alcuni filmati della durata di pochi secondi vennero diffusi da whatsapp fino all’intera rete di Facebook. La ragazza venne dunque esposta su internet e la sua immagine venne stampata senza il suo consenso su magliette e gadget di vario genere nell’arco di pochissimi giorni. Fino a crearle disagio persino l’uscire di casa.
Il tentativo di rimediare
Il 13 luglio 2015 Tiziana Cantone si presentò al giudice civile di Aversa per chiedere la rimozione dal web di tutti i video e contenuti che si riferivano a lei. Il magistrato, tuttavia, avendo accertato la viralità dei filmati presenti sul web, rifiutò la richiesta. Il pubblico ufficiale sostenne che, essendo stati visualizzati centinaia di migliaia di volte, altre copie dei video sarebbero rimaste in circolazione. Optò per l’oscuramento dai motori di ricerca di video, immagini e commenti collegati a lei.
Oltre al danno, anche la beffa
Per una serie di cattivi consigli in fase di procedura, la donna fu anche costretta a pagare spese processuali per circa ventimila euro. Avendo coinvolto, oltre a Facebook e Google, altre multinazionali che però non avevano niente a che fare con l’accaduto. Una situazione che aumentò l’amarezza della persona danneggiata. Dopo aver cercato di rifarsi una vita ripartendo da zero, si tolse la vita un anno dopo.
La legge sul revenge porn
Il suo tragico caso contribuì alla discussione di temi come cyberbullismo e revenge porn. La sua storia fu condivisa al Senato sin dalla settimana successiva alla morte di Tiziana Cantone. Dodici mesi dopo arrivò una legge per la prevenzione ed il contrasto del cyberbullismo. Un altro disegno di legge si occupò invece del tema del revenge porn: con introduzione dell’art. 612-ter del codice penale, “concernente il reato di diffusione di immagini e video sessualmente espliciti“. Mentre nel 2018 arrivò in Senato una petizione che chiedeva esplicitamente l’introduzione del reato di revenge porn nel codice penale italiano e il gratuito patrocinio per tutte le vittime di tale reato. Il disegno di legge contro il revenge porn, chiamato “codice rosso”, divenne legge nel 2019.
I video in questione sono stati ricaricati
Nonostante una legge specifica sul tema e i machine learning delle piattaforme a bloccarne repentinamente una nuova diffusione, è successo quanto si temeva. I video sono tornati online. Come se niente fosse successo, anzi, facendosi beffe della memoria della vittima.
La frase shock
Una società tedesca ha ricaricato il materiale con un claim aberrante. “Il video trapelato della defunta Tiziana, che si è suicidata dopo che il suo video è stato diffuso su Internet. Era stato rimosso. Fino ad ora! Goditi il filmato!”.
Com’è possibile?
Gli attuali filtri antiblocco sembrano purtroppo facili da aggirare: questa gente senza scrupolo rimuove il tag presente nella registrazione e ne usa un altro. Così facendo il video torna come se fosse nuovo e bisognerebbe ri-bannarlo. Con il rischio che ritorni nuovamente.
Cosa manca?
Un ordinamento internazionale che si occupi di questa materia. Senza di essa è praticamente impossibile fermare qualsiasi tipologia di siti a contenuto pornografico. Perché spesso questi ultimi si appoggiano in alcuni paradisi fiscali che sono del tutto immuni ad eventuali rogatorie.
Prevenire ma anche agire
Una corretta educazione digitale può prevenire questi problemi alla radice, ma è importante trovare gli strumenti adeguati per venire incontro a chi si trova in una situazione già compromessa. Perché nessuno merita di trovarsi la propria vita rovinata per un video o un post online. Per ulteriori riflessioni sul tema puoi consultare il nostro blog e i nostri corsi.