Alla scoperta dei robottini “Dash and Dot”
La “Robotica educativa” sta facendo passi da gigante negli ultimi anni. Proponendo sempre di più una vasta gamma di soluzioni a disposizioni dei docenti. Simpatici automi per tutte le tasche, facilmente reperibili sulla buona parte dei classici store online. Oggi prenderemo in analisi questi simpatici robottini “Dash and Dot”, creati dall’estro di Wonder Workshop.
Una Start Up in rapida ascesa
La Wonder Workshop nasce nel novembre 2013 con un crowdfounding di incredibile successo. Il suo scopo è occuparsi dell’insegnamento tramite la robotica. In poco più di quattro anni arrivano alla cifra di investimenti pari a 15.9 milioni di dollari. Ottenuti da altri sodalizi con Madrona Venture Group, CRV, WI Harper, Google Ventures, a altre compagnie del settore.
La genesi di Dash and Dot
Inizialmente presentati come Bo e Yana, i robottini vengono successivamente nominati Dash and Dot prima di essere lanciati ufficialmente nel dicembre del 2014. L’anno successivo vincono già il prestigioso “National Parenting Publications Award”, che li promuoveva ad uno dei prodotti per famiglie più geniali degli ultimi tempi. Poco dopo è il turno del “Opening Minds USA Innovation Award”.
La differenza principale tra i due
Per capire bene il meccanismo, bisogna specificare che Dash è un robot intuitivo che funge da corpo. Riconosce oggetti nel suo campo visivo, canta, si muove con le sue piccole ruote. Dot invece è una sorta di cervello. Quest’ultimo è comprimario di Dash, non gli è possibile muoversi ma al suo interno contiene già un numero generosi di giochi. Tramite essi si possono analizzare le componenti di coding e trarne ispirazione per inventare nuovi meccanismi d’intrattenimento.
Il loro utilizzo
I simpatici robottini possono essere manovrati da 5 applicazioni. In ordine di difficoltà crescenti. Esse sono gratuite e compatibili sia con i dispositivi iOS sia Android. Si collegano tramite un dispositivo Bluetooth. I loro nomi sono: Go, Path, Xylo, Wonder e Blockly. Go rappresenta la funzionalità più intuitiva. Con essa i più piccoli possono controllare i robottini per l’emissione di luci, suoni, registrazione di audio e persino movimento (solo per Dash). Path, come suggerisce la parola, li può configurare a tracciare un percorso precostruito, a fine della preparazione, il robot compierà diligentemente il lavoro ad esso assegnato per gradi. Wonder invece da la possibilità ai più giovani di costruire un grado di comportamento libero alla macchina (che a agirà più a sua preferenza, ma delimitato da alcune linee guida). Xylo permette a Dash di eseguire alcune note musicali su uno xilofono, musica precedentemente impostata dal ragazzo tramite un terminale.
Quinta e ultima applicazione: Blockly
Blockly si presenta come la più articolata delle sue quattro “colleghe”. utilizza una versione personalizzata del sistema di programmazione visiva di Google. Insomma una lontana parente di Scratch, basando il proprio modus operandi su un linguaggio a blocchi. Facendo in modo che i bambini imparino a creare i codici utili a programmare Dash. Dando quindi a disposizione del ragazzo una creatività senza limiti. Oltre a comprendere come siano sviluppati i giochi di Dot, in modo da crearne di nuovi in maniera autonoma.
Il prezzo di mercato
Il modello bundle per entrambi i robottini oscilla intorno i 220 euro. Conveniente, se si considera che il solo Dash viene spesso pagato intorno ai duecento. Inoltre è possibile acquistare periferiche aggiuntive, come il sopracitato xilofono o i connettori per mattoncini Lego Mindstorms. L’intero bundle di questi strumenti opzionali tocca quota 325 euro. Tutti prodotti facilmente disponibili online e che, c’è da giurarci, tenderanno a calare con il tempo. Rendendo queste innovazioni sempre più “democratiche” ed accessibili a tutti.