Smartphone a scuola, nuove polemiche da UK: non sottovalutate gli studenti.

Dopo mesi di polemiche sull’utilizzo dei smartphone a scuola, con il nuovo anno arriva un ultimo studio dell’Università di Oxford e della Cardiff University, nel Regno Unito che avverte insegnanti e genitori di una eccessiva severità. Soprattutto di aver sottovalutato ragazze e ragazzi, che invece, a dire di questi esperti: “Possono facilmente svolgere più compiti e sono in grado di adattare il loro comportamento in modo da includere i dispositivi, così come fanno gli adulti”. I risultati dell’indagine pubblicata negli Stati Uniti a metà dicembre del 2017, arrivata sui media europei il 9 gennaio 2018, mostrerebbero che la tecnologia in alcuni casi è realmente utilizzata per sostenere attività educative, a partire dai compiti a casa. Ma allora è proprio vero che i bambini incorporando la tecnologia nella vita quotidiana, riescono a farlo in maniera evolutiva?
Il rientro dalle vacanze e lo smartphone “sequestrato” dai docenti
Il dopo vacanze natalizie è particolarmente duro per gli adolescenti, riguardo a quella che considerano – in tanti non tutti – una sorta di appendice del proprio corpo: gli smartphone, gli iPhone. Il rito mattutino può evocare – secondo l’avviso di buona parte degli studenti – l’entrata in una prigione: deporre gli effetti personali in una cassettina (di legno usurato) che viene chiusa a chiave e nascosta per tutto il tempo in cui lo studente si trattiene nell’istituto (penitenziario?) .
Chi legge perdonerà l’approccio leggermente scherzoso: ma è così che molti ragazzi vivono questa “consegna” dell’oggetto con il quale si relazionano di più, sia in termini di quantità che qualità del tempo. Le statistiche si sprecano, e non riguardano solo i più giovani: il tempo che tutte le persone, di diverse fasce di età passano con lo smartphone in mano, è tantissimo.
Risale al 2007 il divieto dei “videotelefoni in classe”
A scuola il divieto, o la limitazione massima all’uso di questi device, risale al 2007. Al tempo si parlava solo di “cellulari” o “telefonini”, e il ministro dell’Istruzione Fioroni impose di : “inibire, in tutto o in parte, o sottoporre opportunamente a determinate cautele, l’utilizzo di videotelefoni e di MMS all’interno delle scuole stesse e nelle aule di lezione”. Dopo più di dieci anni si può seguire questa direttiva? Le posizioni di esperti, docenti, sociologi, insegnanti, ministri, sono diverse.
Potremmo dire che esiste una nutrita schiera di “negazionisti”; contrapposti a dei “possibilisti”. Tra questi ultimi, l’attuale ministra all’Istruzione Fedeli si è schierata tra i “possibilisti”.
Non a caso. Visto che fra le linee di azione del Piano Nazionale Scuola Digitale, quella dedicata agli ambienti per la didattica digitale integrata pensati come laboratori con una tecnologia “leggera”, rende quasi indispensabili, i dispositivi personali degli studenti. Nel Piano Digitale della scuola italiana è entrato l’acronimo inglese BYOD, bring your own device. Gli smartphone troverebbero una legittimazione dallo stesso legislatore, con l’enorme sviluppo del mercato delle app, e in particolare di quelle specifiche applicazioni che hanno finalità didattiche.
Favorevoli e contrari
C’è da dire che proprio gli smartphone sono strumenti che la stragrande maggioranza degli studenti possiede già e che non richiedono un investimento aggiuntivo da parte delle famiglie. Per vietare, limitare o al contrario farne un libero ma intelligente uso, le posizioni e anche le soluzioni si moltiplicano quotidianamente.
Ne segnaliamo due contrapposte: La prima – pro smartphone e altri device a scuola da adottare come risorse per l’apprendimento – di Roberto Maragliano, docente di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento presso l’Università Roma Tre, nel suo articolo “Adottare la rete”; in contrapposizione Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante dalle posizioni univoche rispetto a comportamenti sbagliati che i più giovani mutuano dai loro genitori.
La guerra degli azionisti di Apple contro i pericoli nell’uso degli iPhone
Un’iniziativa che non ha certo fatto piacere all’azienda di Cupertino è una lettera aperta di Jana Partners, investitore attivista di New York, e di Calstrs, il fondo pensione degli insegnati statali. Questi investitori hanno dichiarato che iPhone e bambini insieme siano – addirittura – un’accoppiata tossica.
Il Wall Street Journal riferisce ciò che gli investitori hanno ribadito:
“Ci sono sempre più prove che dimostrano come, almeno per i giovani che ne fanno un uso massiccio, gli smartphone possano avere conseguenze negative involontarie”. – ” Il disagio sociale crescente – scrivono Jana e Calstrs – a un certo punto avrà un impatto negativo anche su Apple. Per questo è importante affrontare subito la questione».
Una mossa che ha dei secondi fini, o una preoccupazione reale per la sicurezza degli strumenti e dei contenuti on line utilizzati da bambine e bambini?
Certamente un richiamo alla responsabilità sociale che ha provocato conseguenze in Borsa e arriva a pochi giorni del caso sul rallentamento delle batterie dei vecchi iPhone. Per quest’ultimo, secondo gli analisti di Barclays, la compagnia nel 2018 rischia di vendere 16 milioni di iPhone in meno del previsto.
Sospendiamo il giudizio, su un dibattitto tra interlocutori che rappresentano forti interessi finanziari negli Usa.
Dal nostro punto di vista possiamo dire per esperienza che Apple come altre aziende ha investito molto per mettere sul mercato applicazioni (in maggioranza gratuite) con contenuti educativi, iniziative rivolte agli educatori proprio per fare dei vari device che produce degli strumenti per l’evoluzione dei più giovani.
Insegnanti italiani inventano soluzioni supercreative
Su tutta la vicenda esistono tantissime iniziative di singoli insegnanti che davvero hanno fatto dell’uso dello smartphone in classe una fonte di stimolo alla creatività degli studenti. In tanti sono italiani.
Tra le più geniali Emanuela Pulvirenti, architetto, insegnante di Disegno e Storia dell’Arte in un liceo scientifico in provincia di Enna, col suo sito Didatticarte dove spiega “Dieci usi dello smartphone nelle mie lezioni”. Un piccolo grande capolavoro di sapienza creativa, seguito da altri educatori anche in altri Paesi Europei.
Sulla sicurezza delle applicazioni informatiche è possibile scaricare la mini-guida di Digital Education Lab!