Twitch inflessibile: il ban può arrivare anche offline
Bisogna sempre ribadirlo con franchezza: il lavoro dello streamer è un impiego a tutti gli effetti. Come tale però, deve avere i suoi diritti e i suoi doveri. Nei primi, abbiamo evidenziato settimane fa come alcune webstar abbiano scioperato per chiedere più garanzie sul proprio operato. Cercando di equipararlo il più possibile a ad un lavoro da dipendente. Questo aspetto può però avere un’altra faccia della medaglia non per tutti piacevole, quello di una condotta trasparente. Twitch è inflessibile con i ban, saranno più fiscali e vi spieghiamo perché.
Twitch inflessibile, ma ha le sue buone ragioni per esserlo
Per quanto siano la prima fonte di reddito del portale, gli streamer per Twitch rappresentano ancora parzialmente una zona grigia. Non c’è di fatto una sorta di galateo su come ogni conduttore della propria piattaforma debba intrattenere. Parliamo di un vero e proprio mestiere che si sta costruendo con gli anni. Ciò rende più semplici polemiche e divergenze sulle piattaforme. Esse, mano a mano, scoprono fin dove rischia di spingersi questa forma di intrattenimento e studiare contromisure. Perché, a finirci di mezzo, spesso potrebbe essere il buon nome della società.
Gli episodi di cronaca confermano pericolosi trend
Ad esempio i cosiddetti “trash streaming” sono vere e proprie trasmissioni dove i presenti fanno succedere di tutto. Dagli scherzi più stupidi fino a degenerare a volte in momenti di reale violenza. Solo qualche mese fa una ragazza russa morì per colpa di un tragico gioco. Il fidanzato l’aveva chiusa nel balcone vestita di soli indumenti intimi a fronteggiare temperature glaciali. Il tutto solo per una scommessa incitata da una somma in danaro di uno spettatore.
Ma non è necessario che si termini in tragedia
Bastano offese in diretta a far scattare seri provvedimenti. Il punto è chiaro: gestire uno di quei programmi può rappresentare una responsabilità anche pari a condurre una trasmissione per bambini in tv. Se il target ad esempio è giovanissimo, la possibilità di uno scivolone è più alta di quanto si pensi. Di mezzo ovviamente ne va il buon nome della piattaforma che deve monitorare fin troppe trasmissioni.
Il ban ha conseguenze
Perché ovviamente lo streamer bannato avrà tutta la possibilità di rivolgersi alla concorrenza per continuare la propria attività. Ma la cosa non disturba Twitch, che sempre di più sta assumendo una policy sempre più rassicurante per le famiglie. Rassicurare queste ultime diventa ovviamente una priorità per trasmettere fiducia a chi ancora è scettico su questa forma d’intrattenimento.
La stessa protesta di Twitch Italia iniziò così
Il ban allo streamer Sdrumox era arrivato per una battuta volutamente ambigua. La comunità nazionale inizialmente manifestò per riaverlo online, poi decise di farne una campagna a favore dei diritti della classe lavorativa. Lo staff però non sembrò compiere il minimo passo indietro. Un mero comunicato sancì che Twitch aveva capito i fini della protesta, che aveva annotato il disagio degli streamer e che avrebbe fatto di più per avviare un canale comunicativo agevolato con loro. Ma questo non significava un ammorbidimento della posizione, anzi.
La posizione diventa persino più dura
Il regolamento della piattaforma prevede la sanzione ora in due casi specifici. Quella consueta, ovvero per ogni cosa che avviene durante una trasmissione online, ma anche una nuova aggiunta. Ovvero l’offline dalla piattaforma. Essere un partner di Twitch significa in qualche modo rappresentare anche il proprio nome quando si spegne la consolle. E per questo il portale terrà conto anche del comportamento del soggetto fuori dalla piattaforma. Per valutare che anche altrove non possa creare indirettamente problemi alla società.
Cioè?
Si terrà conto anche di eventuali comportamenti gravi che gli streamer potranno assumere ad esempio su altri social. Oltre a qualsiasi altro atteggiamento che possa mettere in pericolo la serenità della comunità. Verbalmente e fisicamente.
Cosa monitoreranno in particolare?
I comportamenti perseguibili per via legale. Come episodi di estremismo violento. Ma anche effettive minacce di violenza di massa. Senza contare l’appartenenza a gruppi o a politiche dell’odio. Possibili accuse riguardo sfruttamento sessuale di bambini o non. Fino ad arrivare alle denunce per rapporti non consensuali. Infine, ma non meno importante, la diffamazione verso altri dipendenti dell’azienda.
Si faranno aiutare per certe battaglie
Twitch sta già lavorando con uno studio legale, che offrirà assistenza per identificare anche problemi e dispute al di fuori della piattaforma. “Queste indagini sono molto più complesse e possono richiedere molto tempo e risorse per essere risolte”. Lo ha dichiarato la stessa società su un post sul suo blog ufficiale. E se il team di avvocati è rimasto attualmente senza un nome, altri collaboratori sono invece ben noti. Ovvero le forze dell’ordine, che potranno contattare in maniera più agevolata la società della T viola.
Il mondo dello streaming è ancora in continuo movimento
Magari, in un futuro prossimo, serviranno figure professionali esperte di diritto con esperienze e specializzazioni proprio in merito al mondo dei videogiochi. Così come gli stessi streamer di nuova generazione avranno bisogno di essere formati con serietà. Fornendo loro le linee guida per evitare che la loro carriera si perda già nelle prime fasi per stupidi errori di gioventù. Digital Education Lab vi viene incontro, aggiornandovi con costanza sui temi di grande importanza per il futuro di una famiglia digitale sempre al passo coi tempi. Tramite i nostri corsi e i nostri articoli settimanali.