Sarà presto illegale vendere videogiochi per adulti a minori?
Abbiamo dedicato uno speciale alla classificazione PEGI, che dal 2003 accompagna ogni videogioco (e contenuto digitale) in vendita nella Comunità Europea. Un sistema che davvero può aiutare i genitori a scegliere il titolo adatto all’età del proprio figlio. Questo sistema potrebbe adesso essere il punto di riferimento per un’altra svolta normativa. Si parla di rendere illegale la vendita di videogiochi per adulti a minori. Vediamo cosa c’è di realmente concreto in tutto ciò.
La fonte iniziale
Lo ha annunciato AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) attraverso il direttore generale Thalita Malagò, in occasione di un’intervista concessa a DDAY.it. Parliamo della misura che punta a rendere i videogiochi con il bollino rosso “+18” (ovvero vietato ai minori) commercialmente assimilati agli alcolici o al tabacco. Ovvero vietarne l’acquisto ai minori, cercando di responsabilizzare anche le famiglie.
Nel dettaglio
“La Legge Cinema del 2016 ha fissato il principio generale, ispirandosi al sistema PEGI. Dopo circa tre anni, siamo pervenuti a un regolamento vero e proprio che disciplina la materia della classificazione. Firmato dall’Autorità Garante delle Comunicazioni e scritto in collaborazione con gli operatori del settore, tra cui AESVI, all’interno di un apposito tavolo di co-regolamentazione“. specifica Malagò nella stessa intervista. Il testo completo del regolamento non è ancora emerso, ma arriverà “a giorni” .
Cosa si intende?
A oggi la classificazione PEGI è semplicemente una sorta di guida, un suggerimento relativo ai contenuti inseriti nel gioco. A breve potrebbe invece essere presa a riferimento dalla legislazione italiana per regolamentare l’acquisto dei videogiochi. Chi venderà a un minorenne un gioco che reca il bollino “18”, indicante un gioco per soli adulti, dovrebbe diventare perseguibile per legge.
Quanti sono i titoli dal bollino “+18” sul mercato?
Dall’adozione del PEGI a oggi, i giochi definiti per adulti, quindi caratterizzati dal bollino , sono stati il 7,8% di tutti quelli passati al vaglio del sistema di classificazione. Nel 2017 la percentuale, relativa quindi al singolo anno, sale al 9.4% (fonte: PEGI).
Ma la questione è ancora in fase di analisi
Tutto già deciso quindi? No, non ancora. Non a caso DDay.it ha rivisto e modificato l’articolo dedicato alle parole di Thalita Malagò, specificando che si aspettano maggiori dettagli in riferimento al regolamento che verrà adottato da AGCOM. Nessuna certezza quindi che la vendita di videogiochi per adulti a minori diventi effettivamente un reato. Restate collegati con noi per rimanere aggiornati su questo tema.