YouTube blocca i dislike, vediamo perché

Online il feedback di cosa crei è un elemento che può migliorare la qualità del tuo operato. Per riflettere su ciò che funziona meglio con il tuo pubblico oppure semplicemente essere gratificato per le ore spese magari a montare un filmato. Il sistema di valutazione è mutato nel tempo, si è diciamo più omologato a certi periodi e a mode. Concentrarsi su questo argomento può aiutare anche a riflettere sull’aspetto pedagogico dell’uso della rete. Vediamo perché, da mesi, YouTube blocca i dislike.
Un tempo c’erano le stelline
Sembra essere passata un’eternità, e per il mondo della tecnologia possiamo dire che è proprio così, ma la piattaforma partì con un sistema di gradimento tutto suo. Si potevano dare da uno a cinque stelline ai contenuti caricati sul sito. Un metodo che accuratamente poteva fornire un feedback, ma che venne rimosso circa cinque anni dopo. La motivazione? Più di uno studio comprovava che si era portati a votare più i due estremi che altro.
Da questo meccanismo si passò al sistema a pollici
Il “mi piace” e “non mi piace” nacque come indice di gradimento agli inizi del decennio scorso. Palesemente influenzato dal meccanismo di assenso che Facebook aveva introdotto nella sua piattaforma poco tempo prima. Un sistema di confronto solido che è durato circa dieci anni, per poi scontentare i gestori del portale.
Perché?
L’obbiettivo è quello di scoraggiare un fenomeno molto in trend. Quello del Dislike Mob. Ovvero vere e proprie orde di haters che a volte tempestano un determinato video di valutazione negative che possono degenerare in fenomeni di vero e proprio cyberbullismo. Questo fenomeno è spesso incoraggiato da alcuni utenti che ne incitano altri da piattaforme vicine a convergere il proprio sdegno in questa forma di protesta.
Il caso di YouTube Rewind
Enigmatico esempio, anche perché non coinvolgeva una vera e propria persona, è il caso di YouTube Rewind. Un video postato a fine del 2018 per fare una sintesi simpatica degli aventi e trend che erano stati rappresentati dalla piattaforma. Nulla di particolarmente serio o studiato, ma la clip divenne presto oggetto di derisione e facili ironie. Al punto da venir poi bersagliata da una ingiustificata animosità dagli iscritti. Divenne presto il filmato con le maggiori valutazioni negative di tutta la piattaforma. Era lo stesso giudizio negativo ad essere diventato un fenomeno virale, a prescindere dalla qualità del materiale girato in sé.
Un trend negativo per i creators
Youtube ha scelto di operare in questo modo per porre rimedio ad una situazione che poteva diventare insostenibile per alcuni. Sostenendo che bastasse una mera antipatia per inimicarsi intere fanbase e portare persino lo YouTuber a considerare di smettere. Ed è per questo che, oramai da diversi mesi, vediamo comparire pubblicamente solo il numero di valutazioni positive che ottengono.
E quelle negative?
Sono comunque disponibili all’attenzione del soggetto, ma privatamente. Nella sezione Youtube Studios, dove è possibile guardare le statistiche di ogni singolo video. Ad esempio in quanti guardano completamente un filmato e quali link abbiano portato più traffico.
Le controindicazioni dell’iniziativa in cui YouTube blocca i dislike
Se da una parte è utile intervenire con decisioni in casi di accanimenti mediatici, bisognerebbe comunque far notare come anche i feedback negativi possano essere uno strumento prezioso. Vediamo in che modo.
L’esempio
Vi sarà capitato di aprire più di un tutorial, al fine di svolgere un qualcosa che non sapevate fare e scegliere quale guardare in base al bilanciamento di voti. Un tipo di comportamento che oggi non è più possibile attuare. Portando lo spettatore a perdere tempo prezioso in contenuti clickbait invece che a interessarsi a storytelling di qualità.
C’è probabilmente anche una ragione pubblicitaria dinnanzi a questa scelta
I contenuti sponsorizzati di noti brand si trovano ovviamente avvantaggiati dalla situazione. Vedendosi azzerati i feedback negativi sulla piattaforma. Reazioni spesso causate dalla continua riproposizione di spot mentre magari lo spettatore sta cercando di guardarsi altro in quel momento preciso.
Persino lo stesso co-fondatore di YouTube si è dimostrato scettico.
Nei mesi scorsi, era stato persino Jawed Karim a manifestare il suo disappunto su questa novità della piattaforma. L’utente, che fu il primo a postare un video sulla piattaforma, ipotizza un declino di essa a causa di questa novità che potrebbe sconvolgerne la qualità dell’intrattenimento.
Per ogni decisione presa ci sono eventuali rovesci della medaglia
Di una cosa siamo certi. Nel web una formula vincente eterna non esiste, c’è solo da adattarsi ad una società che ha sempre nuove necessità e nuovi stimoli. Al pari, individualmente rimanere sempre aggiornati e curiosi nel mondo della tecnologia rappresenta l’unico antidoto all’essere sorpassati. Per questo Digital Education Lab da anni aiuta le famiglie a rimanere al passo con il futuro, tramite i propri articoli e i corsi.