Cosa cambierà con l’emendamento sul revenge porn?
Da Tiziana Cantone a Ferdinando, testimonianze di come a volte la rete può far male, tanto. Un video, una foto, un istante di intimità che diventa improvvisamente minaccia. Che sia donna o uomo non importa, perché in gioco ci potrebbe essere la vita e la privacy di chiunque, anche di un tuo conoscente. L’emendamento sul revenge porn nasce per questo, vediamo di cosa di tratta.
Cos’è il revenge porn?
Si parla di revenge porn quando un ricordo digitale di carattere intimo viene diffuso nella rete senza l’assenso consapevole del protagonista. La minaccia di un ex, la vendetta di un esterno alla coppia. Una volta raggiunte anche poche persone, può diffondersi ad una velocità impressionante e per anni. Rendendo vano ogni tentativo di rimuoverne i contenuti, una volta online. Tutto ciò ovviamente porta ad una tortura psicologica e non del diretto interessato che, come abbiamo già visto, può scaturire anche nella più tragica delle conseguenze.
Il provvedimento
Dopo una prima situazione di stallo, Laura Boldrini (Leu), i deputati di Forza Italia e il Partito Democratico, hanno trovato una strada in comune con il Movimento 5 Stelle e la Lega. Questi ultimi inizialmente restii ad approvare un’integrazione così importante «in maniera troppo sbrigativa». Alla fine si è comunque trovato il via libera alla modifica con 416 voti a favore e nessuno contrario.
Cosa prevede l’emendamento
Chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini a contenuto sessualmente esplicito senza il permesso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni, e una multa da 5.000 a 15.000 euro.
Possibili aggravanti
A essere puniti saranno, in egual misura, sia chi realizza o sottrae il materiale, sia chi lo diffonde dopo averlo ricevuto. Ma un’aggravante immediata viene individuata nel legame sentimentale tra vittima e criminale. Secondo quanto riportato nel testo, la pena prevede un aumento se a compiere il reato è una persona sentimentalmente vicina alla vittima.
Ulteriori penali in aggiunta a tali casi:
La pena sarà incrementata da un terzo fino alla metà se i fatti sono commessi «in danno di una persona in condizione di inferiorità fisica o psichica» o «in danno di una donna in stato di gravidanza». La persona offesa potrà procedere alla querela entro i 6 mesi dal fatto.
Cosa cambia nel codice penale?
Il testo sul revenge porn è inserito affianco all’articolo 612 bis del codice penale, come art. 612 ter. L’articolo 612 bis prevede già in termini generici «la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura», tale da provocare «un fondato timore per l’incolumità propria […] da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita».
Un passo in avanti
Il ddl deve ancora essere approvato in via definitiva, ma, dato l’ok generale delle forze politiche, la strada dovrebbe essere spianata. Ovviamente è una misura di legge migliorabile, che dovrà essere costantemente aggiornata anche in relazione all’evolversi della rete e della società nei prossimi anni. L’importante è aver fatto un passo avanti per la salvaguardia della nostra società, nel rispetto di chi abbiamo accanto.