Chat di classe, le regole affinché diventi una risorsa
All’espressione “chat di classe”, alcuni genitori si mettono letteralmente le mani nei capelli. Altri cercano di gestirle come possono, inserendo come moderatori della chat gli stessi insegnanti.
Gli studenti, soprattutto se parliamo di adolescenti, ma già dalle medie (scuola primaria di secondo grado) le vivono come un’ulteriore estensione dell’ansia di controllo che hanno i genitori sulla loro vita a scuola, che è la loro vita nella società.
Resta da capire se queste chat realmente sono utili a tutta la comunità coinvolta in una classe (genitori, studenti , insegnanti, educatori). Oppure se ci sono delle alternative, per esempio un modo giusto per gestirle e soprattutto efficace.
Oltre alle chat dei genitori riportate sui social, che strappano un sorriso (ne è stato fatto un caso di successo), i racconti non sono purtroppo sempre comici, né tanto meno confortanti.
Già all’inizio dell’anno scolastico 2017, i dirigenti scolastici da Nord a Sud, hanno lanciato l’allarme sui gruppi di classe creati su WhatsApp dai genitori giudicandoli “detonatori di problemi che aumentano i conflitti nelle scuole” e denunciando che troppo spesso “mamme e papà li usano in maniera smodata e qualche volta offensiva”.
Gli esempi e gli aneddoti sono infiniti. Dal voler trasformare Whatsapp in un tribunale dove cercare i colpevoli di un tablet sparito o, peggio, al raccogliere notizie sul comportamento degli insegnanti durante le ore di lezione o dell’uso che fanno del loro smartphone.
Comunque la chat di classe nasce con le migliori intenzioni: uno strumento per scambiarsi, preziose informazioni sui compiti per chi non è potuto andare a scuola, o per gestire gli inviti alle feste di compleanno. Nascono di solito dopo la prima assemblea di classe su iniziativa del rappresentante o di altri genitori, si raccolgono i numeri di telefono e dà il via alla chat.
Vediamo un po’ la questione dei compiti a casa, o delle comunicazioni tra la scuola e le famiglie.
Già dall’anno scolastico 2012-2013, una legge di Stato vuole che le istituzioni scolastiche e i docenti adottino registri on line e inviino le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico.
In questi ultimi anni le interpretazioni e le polemiche sul registro di classe non sono mancate, quando soprattutto in alcune scuole manca la connessione internet, e agli insegnanti è stato “consigliato” di occuparsi del registro elettronico a casa propria.
Tralasciamo la burocrazia, fatta anche di alcune sentenze della Corte di Cassazione che si è dovuta pronunciare su questo argomento.
Ai genitori toccherebbe verificare il corretto funzionamento del registro di classe, in una scuola che è connessa alla rete internet, e la questione chat di classe per questo tipo di comunicazione si potrebbe superare con agio.
Ma c’è sempre qualche genitore che trova il registro di classe complesso, che si deve guardare dal PC e non dallo smartphone. E quindi tutto ciò diventa una giustificazione per non aver ricevuto quella o quell’altra comunicazione, per aver perso un’assemblea, o per non poter seguire il programma didattico dei propri figli, e i fatidici compiti a casa.
Ma se un registro di classe elettronico esiste, ed è ben gestito dagli insegnanti, il dirigente scolastico può esigere che i genitori interagiscano e s’informino.
In alcune scuole in Emilia Romagna sono stati organizzati degli incontri con i genitori per “formarsi” all’uso delle diverse risorse elettroniche e digitali che si usano a scuola, e tra queste proprio il “registro elettronico”.
A Roma, tra i tanti, il liceo Seneca di Roma organizza periodicamente il CORSO DI FORMAZIONE REGISTRO ELETTRONICO GENITORI, con gli specialisti dei software che fanno funzionare questa risorsa on line.
La realtà è che le app sugli smartphone sono usate e amate da tutti. Sembrano adatte ad assicurare le comunicazioni scuola/ famiglia, nonostante la presenza di una zona grigia (in effetti molto colorata) fatta di avvisi per feste, scioperi, avvenimenti vari. A questo punto è proprio il caso di stabilire delle regole e farle rispettare, pena l’esclusione dalla chat.
C’è da dire che questi gruppi hanno certamente il merito di creare una rete, un senso di appartenenza, e sarebbe quindi sbagliato criminalizzarli o censurarli.
Vediamo alcune idee per promuoverne un utilizzo corretto e produttivo
Stabilire delle regole diventa importante per non commettere errori.
La prima regola fondamentale che vale in tutti i casi e in tutti i contesti:
Applicare in chat le stesse regole di educazione usate nelle conversazioni face-to-face. Anche i genitori in chat devono pensare che dall’altra parte c’è una persona che potrebbe offendersi per una risposta data di getto senza riflettere.
Introdurre la figura del moderatore
Una persona che dovrebbe aver ricevuto la “fiducia” della maggioranza dei genitori, può essere il rappresentante di classe consapevole di prendersi un’altra responsabilità. Infatti si tratta di farsi carico di un compito importante: riportare dentro i binari chi eventualmente supera dei limiti condivisi (possibilmente), sia di contenuto che di forma.
Chi modera – anche più di una persona – può richiamare i partecipanti, per esempio, su due punti fondamentali. Eccoli di seguito:
– fare un uso moderato della chat di classe. Il suo scopo è aiutare i genitori ad aiutare i propri figli in rapporto alla scuola, per questo i contenuti dovrebbero riguardare aspetti organizzativi sulla vita di classe, in uno stile sintetico, gentile ma essenziale;
– Evitare la polemica o il riferimento a singoli casi, pettegolezzi e critiche.
Meglio non coinvolgere gli insegnanti nella chat
Per l’incontro tra docenti e famiglie esistono luoghi e tempi determinati (assemblee, colloqui nei giorni di ricevimento). Infatti ha un preciso significato e valore attendere il giorno del ricevimento per sapere l’andamento scolastico del proprio figlio e che ciò avvenga all’interno della scuola.
Se necessario, può essere il rappresentante a fare da “filtro” e diventare portavoce di una comunicazione che, maturata dentro al gruppo genitori, possa arrivare agli docenti. In ogni caso è bene mantenere le distanze tra le chat e gli insegnanti e comunicare con loro solo nei tempi e luoghi opportuni!
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