Cos’è Signal e perché dovremmo preferirlo a Whatsapp e Telegram?
L’applicazione più usata non corrisponde sempre alla migliore del suo settore. Lo dimostra WhatsApp con i suoi continui cali e le polemiche dei giorni scorsi. Potremmo però dire lo stesso del suo competitor Telegram, che ultimamente è stato oggetto di numerose controversie che non accennano a placarsi. Perché non provare quindi a guardarci in giro e cercare qualcosa che possa essere affidabile sia nel servizio che come privacy? Un esempio? Signal.
Cos’è Signal
Un sistema di messaggistica giovane ma molto potente. Nato dal co-fondatore di WhatsApp, Brian Acton. In partneship con il creatore del sistema di crittografia più nei sistemi di messaggistica, ovvero Moxie Marlinspike. Insomma, due veterani del settore.
L’obbiettivo principale
Si concentrano su un dettaglio preciso: la privacy. Non può decrittare o intrufolarsi nel contenuto né nei vostri messaggi o tantomeno chiamate. La gestione dei dati finisce in un server solo quando il vostro recapito è temporaneamente offline per qualche motivo. La cronologia, inoltre, è memorizzata sul vostro dispositivo.
Cosa possono controllare?
Solo informazioni di carattere tecnico, nient’altro. I nostri dati sono al sicuro attraverso una password che selezioniamo ad inizio dell’istallazione. Da lì in avanti spetta a noi anche la più minima concessione. Persino se permettere o meno all’app di utilizzare la rubrica per inserire i numeri nelle rispettive finestre di conversazione.
Quali sono gli unici casi in cui Signal può condividere i dati?
In caso di procedimento giudiziario, denuncia di frode o manomissione dell’applicazione stessa. Insomma, sicuri sì, impuniti no. Che è esattamente ciò che non si perdona a Telegram, al momento troppo permissivo su certe attività della cosiddetta zona grigia. Dalla pirateria fino alla condivisione di immagini.
Signal ha avuto un endorsement importante
La Commissione Europea, senza mezze misure, ne consiglia caldamente l’uso. Persino più dell’ordinario WhatsApp. La motivazione? Il primo tutelerebbe maggiormente anche i dati del consumatore. Che non potrebbero mai passare a terzi nemmeno per fini pubblicitari.
Nota dolente
Purtroppo non è ancora usatissimo, ma si sa, il passaparola e la qualità possono fare molto per rendere virali una buona pratica. Ovviamente non stiamo dicendo di abbandonare i vostri ordinari sistemi di messaggistica e costringere i vostri interlocutori a fare altrettanto. Però potreste verificare la qualità di questa nuova app, ad esempio usandola per le comunicazioni con i vostri parenti e riflettere sulle funzionalità del prodotto. Digital Education Lab da sempre è affianco alle famiglie sulla prevenzione e l’uso salutare della rete. Per questo abbiamo creato tutti i nostri corsi su misura per i vostri bambini.