Digital Detox Radio, una sfida al digitale per educare all’ascolto
Detox, nei primi mesi dell’anno è una delle parole più ricercata su Internet, riferita ai modi per rimettersi in forma. Ma ciò che vi stiamo per raccontare è tutta un’altra storia: l’invenzione di un percorso per creare un’alternativa all’immersione digitale nella quale viviamo, rivolta in particolare a bambine, bambini e adolescenti. Sono in tanti a parlare di digital detox, ma sembra più interessante di così.
L’obiettivo: far gustare ai più piccoli il piacere di “ascoltare” senza uno schermo davanti”. In Francia, due mamme – due giornaliste nel settore multimediale – hanno inventato una radio per bambine, bambini e adolescenti, con un programma giornaliero che è iniziato il primo febbraio 2018.
Il programma della Radio Bloom che realizza questa iniziativa è pubblicato sulla pagina Facebook dedicata, e raccoglie nel sito le attività alternative, che consistono nell’ascoltare qualcosa che possa piacere ai bambini.
Nessun divieto, solo un’alternativa
Le due mamme ideatrici dell’iniziativa si tengono fuori dai fondamentalismi: “Come i loro coetanei anche i nostri figli vivono con gli occhi rivolti allo schermo dello smartphone, dei tablet, dei pc, della tv, di giochi, video e social network. La loro vita è organizzata come la nostra intorno a questi tutti schermi. Lasciamo che lo facciano perché sappiamo che è appagante, educativo, in linea con i nostri tempi. Ma siamo anche riuscite a capire quanto sia difficile per loro fermarsi, pensare a qualcos’altro o fare le cose in modo diverso”. Lo sostengono, con forza e si stanno impegnando mettendo il gioco le proprie competenze professionali.
Cos’è Bloom la radio des enfants pour la détox digitale?
Perrine Dard e Carole Cheysson le due fondatrici, hanno fatto tesoro sia della loro esperienza professionale, ma soprattutto del comportamento dei figli e dei loro amici.
“I bambini – sostengono – sono sempre pronti a scoprire nuove storie, canzoni, suoni. Li abbiamo visti ascoltare le loro canzoni preferite mentre giocano e disegnano, lasciandosi trascinare dalle parole e dalla musica. Ma abbiamo notato che non c’e una grande varietà di contenuti che si limitasse solo al suono”. Bloom, la radio per i bambini, produce programmi pensati per le bambine e bambini di oggi, all’altezza di un pubblico abituato a degli stimoli importanti attraverso la fruizione di video game sempre più sofisticati.
Non solo musica per creare l’alternativa al video.
La sfida è di far amare a questi bambini e adolescenti “l’ascolto”.
“Niente sciocchezze, nessun rumore esasperante, nessuna melodia smielata.
I nostri programmi cercheranno di incoraggiarli a muoversi, a ballare, ad aprirsi al mondo, scoprendolo attraverso le loro orecchie”.
Sulla pagina La détox digitale des enfants al momento ci sono una trentina di contenuti audio, contrassegnati da una grafica accattivante, su vari argomenti: per i più piccoli una canzoncina che li accompagna allegramente nel momento della merenda, un dialogo animato dalle risposte dei bambini alla classica domanda : cosa farai da grande? I bambini rispondono in tre minuti come sempre in maniera sorprendente. In sei minuti possono ascoltare la favola di Ganesh e l’elefante, con rumori di fondo, del vento del ruscello, i versi degli animali e tutta l’atmosfera della quale si può godere a occhi chiusi. Così come i più grandicelli possono ascoltare il loro coetanei dire cosa farebbero se fossero loro i presidenti della Francia. E ancora i bambini parlano di come si capisce quando si è innamorati.
Il tutto è estremamente curato, esiste una play list che i genitori possono comporre, proprio per proporre un’attività alternativa con un’obiettivo preciso: far scoprire ai figli quanto può essere bello ascoltare.
Per alzare gli occhi dal video, riprendersi un po’ di vita vera.
Potrebbe sembrare una “operazione nostalgia”, ma le due radio maker di Bloom, sono convinte del contrario, soprattutto mettendo a punto un programma giornaliero che le famiglie possono seguire su Facebook, dove attraverso l’ascolto ci si riavvicina a diverse attività.
“Cercheremo di far leggere i bambini- scrivono Perrine e Carole – di farli giocare, di fargli vivere delle belle avventure, di discutere argomenti che li affascinino. Ciò che ascoltano speriamo che li stimolino ad andare a fare una passeggiata alla scoperta dell’ambiente circostante, di disegnare con quattro o 0tto mani insieme, per ritrovare il semplice piacere di tenere in mano un pennello. E vedrete che i bambini saranno altrettanto occupati come con uno schermo, vedrete anche che saranno più tranquilli e rilassati. Vedrete che se rispetterete le nostre poche regole, avrete tempo per loro e per voi stessi. Più rilassati, più felici”.
Ci riusciranno? Intatto fioccano i primi feedback, con adolescenti immersi nella lettura, o nella danza, testimonianze positive.
Chissà che “ascoltare” tout court non sia diventato qualcosa di talmente inedito per i più giovani da attrarli più dei videogame fatti di realtà virtuale?
Dobbiamo aspettarci delle applicazioni tutte incentrate sui rumori, suoni quotidiani, isolati dal contesto multimediali ai quali ci siamo ormai disabituati?
Più che un periodo di disintossicazione – digital detox- forse non abbiamo, tutti, bisogno di una rieducazione? O forse abbiamo bisogno di essere più consapevoli della vita, di ogni momento bello, o meno bello. Fa pensare che dobbiamo insegnarlo proprio ai bambini. Sono loro che ci riportano più a contatto con la vita di solito, ma non sempre. Evidentemente.