Donne e STEM: perché sono poco rappresentate?

La parità di genere non è solo un concetto astratto, ma una condizione necessaria. Raggiungerla significherebbe porre rimedi ad alcuni problemi insiti nella nostra società, parlare di questi ultimi è un imperativo per migliorarci. Puntare ad esempi multidirezionali è determinante, perché il rischio che si corre è quello di parlare di alcuni ambiti per poi sottovalutarne del tutto altri. Ci riferiamo al binomio donne e STEM, chiedendoci perché siano così poco rappresentate in questo campo.
Cosa si intende per STEM?
Nelle discipline, con tale acronimo ci riferiamo ad una determinata tipologia di insegnamenti. Science, Technology, Engineering and Mathematics. Indirizzi e possibilità di carriera spesso sottovalutati in ambito femminile. Spesso si fatica a raggiungere una quota di adesioni che ci si aspetterebbe, nonostante oramai giunti nella terza decade di questo secolo.
L’indagine
A dirlo è una media globale realizzata da World Economic Forum. Meno del 30% delle studentesse opta per degli studi di questa natura in ambito sia universitario che post-universitario. Senza considerare i dati dell’Unesco del biennio 2014-2016, che segnalano solo il 3% di studentesse iscritte in settori ICT. Mentre non va meglio altrove: 5% per i corsi di Matematica e Statistica, e all’8% per Ingegneria.
Perché?
Una ricerca “European Girls in STEM”, dell’anno scorso in collaborazione con Microsoft e la London School of Economics, ha provato ad individuare le cause. Contattando un campione di 11.500 ragazze tra gli 11 e i 30 anni e domiciliate in 12 Paesi europei, tra cui l’Italia. Le ragazze della nostra penisola, ad esempio, iniziano a interessarsi alle discipline STEM verso gli 11 anni, una passione che tende ad affievolirsi verso i 17. Per alcune ragioni.
Mancano i modelli di riferimento
Ciò che le fa tentennare verso il periodo universitario sono gli stereotipi di genere e la mancanza di figure simbolo che influenzino la scelta finale in maniera positiva. Un altro studio, intitolato “Gender Bias Without Borders”, coglie proprio questo aspetto fondamentale. Solo il 12% dei personaggi femminili svolge una professione nell’ambito delle STEM.
Eppure conserviamo alcuni nostri primati
L’Italia è nel podio per interesse delle giovani donne nell’ambito scientifico: matematica ( 41,7%) ed informatica ( 49,2%) sono a percentuali più alte rispetto alle medie europee rispettivamente al 37,6% e del 42,2%. Di esse però, solo il 59% sente di riuscire a conquistare analoghi risultati di un eventuale collega di sesso opposto. Ne consegue che, alla fine, le cifre si abbassano drasticamente. Appena il 12,6% delle studentesse italiane sceglie un percorso di studio STEM, solo il 6,4% opta per un lavoro nell’ICT.
Non hanno tutti i torti, purtroppo.
Nelle retribuzioni c’è un distacco notevole. Tenendo presente un ventaglio temporale di 5 anni post acquisizione di laurea, ci sono oltre trecento euro di distanza tra lo stipendio mensile di una ragazza e di un ragazzo. Nella media, perché se andiamo verso i ruoli più alti, questo divario può crescere anche del doppio della cifra. L’unico dato a parametri rovesciati? Quello sul tempo parziale. Il 16% nelle donne contro il 4% per gli uomini. Le ragioni sono presto dette: è più facile far vivere lo stereotipo della donna che sacrifica parte della sua carriera in nome della cura di qualcuno o qualcosa rispetto che viceversa.
Agire per eliminare le barriere
Crediamo sia chiaro a tutti come questi preconcetti danneggino chiunque. Iniziative come la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza istituita dal Miur sono un bel segnale. Da esso si è promosso il cosiddetto “mese dello STEM”. Una finestra di opportunità attraverso enti, imprese, associazioni, fondazioni e scuole che hanno mosso iniziative in tal senso. Ma bisogna e possiamo fare di più. Digital Education Lab, da sempre è vicina a questi ideali, ha promosso questo corso totalmente gratuito. Al fine di incoraggiare bambine e ragazze ad appassionarsi allo studio di queste materie sempre più ricercate nel mondo del lavoro.