Sergio Lepri, la buona educazione digitale anche da centenario
Spesso ci siamo occupati dell’alfabetizzazione tecnologica della terza età. Narrando gli ostacoli e delle problematiche da risolvere per fare in modo che nessuno resti indietro in questo processo. Oltre alle iniziative, c’è bisogno di buone pratiche da segnalare. Modelli a cui affidarsi, che ispirino una intera generazione. La storia di Sergio Lepri, di 101 anni, potrebbe essere d’ispirazione per diversi coetanei e non.
Chi è Sergio Lepri
La sua fama lo precede. Laureato in filosofia nel 1940, ha vissuto la guerra sia all’interno del conflitto che dal punto di vista del giornalista. Dirigendo il giornale clandestino “L’Opinione” che si poneva contro il regime. Dopo la guerra, l’informazione è rimasto il suo primo mestiere. Fino ad entrare a far parte dell’ANSA (società cooperativa fra i quotidiani italiani) da direttore responsabile nel gennaio 1962. Carica che avrebbe ricoperto per 38 anni. Poi è divenuto docente alla Luiss, insegnando “Linguaggio dell’informazione e tecniche di scrittura” nella Scuola superiore di giornalismo della Facoltà di Scienze politiche.
La conversazione
Ospite di una chiacchierata Skype con la ex ministra dell’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, spiegò l’importanza che internet riveste nel suo quotidiano. “Il bello di scrivere via mail è farlo subito e ricevere presto la risposta dei miei amici” ha ad esempio spiegato il giornalista in pensione. Un qualcosa che aiuta “a sentirci amici, a vincere la solitudine“. Lepri racconta che “un giorno sì e un giorno no” sente e può anche vedere la nipote che studia in Olanda.
La forza comunicativa di questa conversazione
Una testimonianza preziosa di un uomo che, nonostante una carriera di altissimo profilo, ha continuato ad avere sete di informazione e comunicazione. Mettendosi in gioco anche dinnanzi all’avvento di tecnologie che avrebbero scoraggiato non pochi cittadini persino molto più giovani. Quella chiacchierata è diventata un simbolo del progresso quotidiano verso cui dovremmo muoverci. Che spiega meglio di qualsiasi parola come ogni cittadino potrebbe fare parte di questo processo di innovazione.
Un esempio celebrato dalle stesse istituzioni
La stessa ex ministra ha utilizzato l’evento per pubblicare un video YouTube che fosse da ispirazione per ognuno di noi. Esortandoci verso un processo d’istruzione al digitale che non deve certo terminare con la fine di questa emergenza. Ma che deve proseguire per perfezionare ciò che, nel frattempo, avevamo imparato.