Tecnologia più accessibile per anziani e disabili: ce lo chiede l’UE

Quando parliamo di “Educazione Digitale”, lo facciamo spesso a vantaggio delle nuove generazioni. Coloro che un giorno guideranno questa società e che ci auguriamo possano essere messi nelle migliori condizioni per poterlo fare. Ad usufruire però delle nuove tecnologie digitali non sono però solamente le nuove generazioni. In questo articolo vi parliamo infatti di quanto si sta facendo per fare in modo che la tecnologia diventi più accessibile per anziani e disabili.
Atto di accessibilità
80 milioni di persone hanno a che fare con una qualche forma di disabilità. A loro l’Unione Europea ha dedicato un intero emendamento poche settimane fa. Smartphone, tablet, smart TV, eBook reader, sistemi di e-commerce, bancomat e home banking. Sono strumenti e device che l’Unione Europea chiede di modernizzare per renderli maggiormente ergonomici e accessibili a tutti. Per contribuire ad una migliore qualità della vita di anziani e disabili, anche nei piccoli gesti. Basta un’icona più grande, una modalità d’accesso veloce, un tutorial ad hoc. Semplificare e personalizzare sono le parole d’ordine.
E non solo…
Nell’atto di accessibilità vengono citati anche i distributori automatici di biglietti per i trasporti pubblici. Così come i sistemi impiegati per ottenere informazioni in tempo reale sugli spostamenti, non sempre concepiti per andare incontro alle esigenze delle persone con disabilità. La rivoluzione coinvolge anche i sistemi operativi installati in computer e device: da Windows a macOS, da Android a iOS. Tutti invitati dall’Unione Europea a far qualcosa per agevolare la fruizione della loro operatività a tutte le categorie di clienti. La votazione è stata netta, 613 a favore, 23 contrari e 36 astensioni.
Una base
Ovviamente l’approvazione di questo atto costituisce un punto di partenza, non il raggiungimento di un traguardo. La direttiva, che bissa un provvedimento del 2015, indica quali sono i device e i servizi che necessitano di un intervento, ma non fornisce le soluzioni tecniche dettagliate da adottare. Dovranno essere produttori, software house e gestori delle piattaforme a trovare le soluzioni più idonee. L’Atto prevede inoltre, per ora, per le micro-imprese un esonero dagli obblighi introdotti.
Quali saranno le prossime mosse?
Come previsto dall’iter legislativo continentale, la palla passa nelle mani del Consiglio d’Europa, chiamato ad approvare formalmente la direttiva. In seguito si assisterà alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE. Infine, gli stati membri avranno a disposizione un lasso di tempo pari a tre anni per integrarne le disposizioni nelle legislazioni nazionali e sei anni per rendere operativa la loro applicazione.
Noi di Digital Education Lab seguiremo con interesse i prossimi passi di questa svolta al fine di analizzare come si evolverà l’intera società digitale del domani. Se ti è piaciuto questo articolo continua a leggere il blog e cercaci sui canali social di riferimento.