Showrooming : qualcosa che facciamo senza sapere cosa sia.
Il “selfie” oramai ha sostituito la terminologia di autoscatto. L’ha fatto a livello globale, come esempio di parola nata dal nostro presente multimediale e diffusa senza troppi sforzi. Il web e i relativi comportamenti ed interazioni con esso hanno dato il via ad una serie di parole a definire gesti che prima ovviamente non facevamo. A tale proposito ci è sembrato giusto dedicare una serie di articoli per arricchire questo nostro dizionario con nuovi termini che si fanno largo nel nostro uso comune. Come ad esempio Showrooming.
Cosa intendiamo per Showrooming
Si parla di Showrooming per definire un’abitudine piuttosto diffusa da parte della clientela dei negozi. Ovvero quella di dirigersi in un negozio fisico per immortalare un oggetto dopo averlo attentamente osservato. L’immagine servirà poi da memorandum per acquistare il prodotto in un secondo momento, quasi sempre online, magari a condizioni migliori di prezzo o di comodità.
La reazione dei commercianti
Non tutti gradiscono tale pratica, che viene spesso giudicata come sleale da parte del potenziale consumatore. Ad esempio la libreria Fountain Bookstore è diventata virale tramite questo tweet. In cui si lamentava dei visitatori che, troppo spesso, “provavano” i libri in negozio per poi acquistarli su Amazon. Chiudendo la riflessione con un: “trovalo qui, compralo qui, facci rimanere qui”, che ovviamente alludeva alla forte probabilità di chiusura se tutti assumessero tale atteggiamento.
Il successo mediatico del post
Tale sfogo è stato retweettato oltre diecimila volte, ottenendo più di cinquantamila “mi piace” sul social network. Diventando un vero e proprio motto per tante librerie indipendenti, stanche di subire questo trattamento.
Iniziative simili anche in Italia
Gesti di protesta plateale non sono rari anche nella nostra penisola, dove più di un gestore ha messo una vera e propria tassa per far provare ad esempio scarpe nel proprio negozio. Cifra che poi sarebbe stata scalata all’importo finale, qualora il cliente decidesse di acquistare l’oggetto. Iniziative magari forti, ma in qualche modo ognuno prova a “difendersi” come può.
Moderazione
Sia chiaro: fotografare libri e condividere i pensieri del momento con amici e parenti può anche far bene alla pubblicità del prodotto, ma allo stesso tempo bisogna sempre assumere un comportamento ponderato all’occasione. Saper comunque premiare chi fa bene il proprio mestiere e avere sempre un occhio di riguardo per i negozi fisici della propria zona, che a volte possono fornire anche un surplus di servizio e di consiglio difficilmente convertibile in uno store virtuale. Allo stesso modo però chi è dietro al bancone deve saper ponderare la sua critica verso l’online, non deve diventare una sorta di spauracchio o capro espiatorio a cui indirizzare sempre e solo colpe. Il futuro è anche saper coadiuvare vecchi e nuovi comportamenti, sfruttando le potenzialità della tecnologia con la saggezza dell’esperienza.
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