Quando il chirurgo non è umano: il robot Da Vinci e i suoi amici

A volte è difficile padroneggiare argomenti di Robotica o comunque renderli “commestibili” per un pubblico di curiosi non addetti ai lavori. Il miglior modo per introdursi a questi temi probabilmente è proprio quello di offrire esempi palesi di come certi studi, approfondendoli per anni, possano fornire un gran beneficio alla collettività. Tutto ciò senza allontanarsi troppo dal nostro territorio. In pochi infatti sanno che l’Italia abbia fatto negli ultimi due decenni passi da gigante nell ambito della chirurgia avanguardistica Il merito è di particolari assistenti come il robot Da Vinci. Una particolarissima macchina dalle potenzialità altissime sia nel presente che nel futuro.
Una scoperta lunga vent’anni
Da Vinci è un complesso esempio di chirurgia robotica, una pratica medica che permette ad un individuo di eseguire operazioni chirurgiche tramite un robot in grado di compiere manovre comandate. Il progetto ebbe la sua genesi nel 1999 e ora attraversa una sorta di quarta generazione dei macchinari. Sempre più ottimizzati e utili alle esigenze moderne.
Quali sono i vantaggi?
La chirurgia mininvasiva viene effettuata a distanza. Con lo specialista seduto in una consolle computerizzata posta all’interno di una sala operatoria. Il suddetto device manda istantaneamente il movimento delle mani alle braccia robotiche. Queste ultime munite ovviamente di pinze, forbici e dissettori. Una simile sinergia porta ad una precisione strepitosa, minor rischi di infezioni o sanguinamento. Ne consegue anche periodi di degenza più brevi e ridotti alcuni costi accessori degli interventi.
Italia leader del settore
In Europa solo la Francia ha un numero di robot aditi alle operazioni chirurgiche di questo tipo pari al nostro. Siamo persino avanti a Gran Bretagna e Germania. Dietro solo a Stati Uniti e Giappone nel mondo (per un totale di 4400 installazioni). Al punto che l’uso di questi complessi macchinari si è distribuito rapidamente quasi tutta Italia (attualmente unica eccezione regionale è il Molise). Nel campo della chirurgia urologica, sette interventi su dieci vengono effettuati tramite questo sistema.
Una consuetudine estesa presto ad altri settori
I reparti coinvolti nel presente sono diventati molteplici: disponiamo dunque di chirurgia ginecologica, cardiologica, toracica, pediatrica e nella trans-orale robotica. Campi che possono beneficiare di un sapiente uso 3D delle inquadrature dai monitor, ove è possibile ingrandire fino a dieci volte qualsiasi elemento inquadrato. Eliminando il tremore o movimenti involontari di un chirurgo umano, grazie ai suoi quattro bracci robotici con strumenti dal diametro variabile di 8/12 millimetri. Senza contare la possibilità di utilizzare la modalità di simulazione dell’intervento e quindi preparare molti chirurghi in fase di tirocinio o corsi di aggiornamento.
Dove potrebbe portare questo uso della robotica?
Le possibilità sono ovviamente infinite. Dalla chance futura di operare anche a distanze incontinentali, sino all’uso di determinate macchine in ogni ambito della medicina. Ovviamente nel fantasticare si rischia di arrivare a trame degne della serie Tv “Black Mirror”. Di concreto c’è però che pochi giorni fa a Torino si è concluso con successo un caso di rimozione di un tumore del retto, asportato senza la minima cicatrice. Il robot effettuato in questa impresa che non ha eguali in Europa si chiama Flex Robotic e potremmo definirlo un nipote del Da Vinci. Esempi straordinari e tangibili di una tematica spesso apparentemente inaccessibile come la Robotica. Adatti a semplificare ed affascinare concetti e progetti che potrebbero a breve migliorare e salvare la vita ad un numero indecifrato di persone. Se sei curioso di tali tematiche continua a seguire il blog e visita le nostre pagine Social.