Diffondi bufale su WhatsApp? Scatta la denuncia

Recentemente abbiamo parlato di un caso in cui una chat di classe si è trasformata in un vero e proprio strumento di calunnia. I partecipanti a tale chat avevano infatti alterato le informazioni riguardanti una giovane insegnante, rendendole la vita molto difficile. Le parole, si sa, possono ferire, influenzare e addirittura creare il panico generale. Le app di messaggistica quindi, se usate male, possono davvero mettere in difficoltà ed in allarme centinaia di migliaia di persone. Fin dal loro esordio sono state invase da contenuti “spazzatura” come le catene di Sant’Antonio e numerose bufale. Tuttavia, vista la gravità degli ultimi episodi, ora inviare bufale su Whatsapp può portare davvero a pesanti conseguenze di massa, per questo motivo è necessario prendere provvedimenti seri contro chi le diffonde. Vediamo insieme come.
Coronavirus ed il panico generale
Non serve neanche riassumere quanto l’ultimo caso di contagi italiani abbia mandato nel panico un enorme numero di cittadini. Dall’acquisto delle mascherine all’assalto ai supermercati fino ad errate voci, poi smentite, di ulteriori casi in zone che in realtà non sono state colpite. Un terrorismo mediatico che non si è consumato solo su Facebook, ma anche su altre piattaforme di messaggistica come WhatsApp, attraverso un tam tam di messaggi.
Il caso più lampante di bufale su WhatsApp
A fine Febbraio, sulla famosa app di messaggistica, è iniziato a circolare un file audio che esortava in maniera concitata a “fare scorta” di provviste, perché si prevedeva che tutta Milano sarebbe andata in quarantena. La notizia sarebbe stata diffusa da un non specificato politico della regione, che avrebbe allertato l’autrice da cui è partita la bufala. Una di quelle voci che ha incrementato quella che è stata una vera e propria frenesia all’acquisto nei supermercati, che si è propagata ai confini della Lombardia.
Conseguenze serie per chi diffonde bufale su WhatsApp
Il PM a Milano ha deciso di aprire un’inchiesta sulla donna che si sente nel file audio, la quale rischia l’imputazione di procurato allarme. Stessa sorte per chi, mesi fa, aveva diffuso la falsa voce che Tor Vegata sarebbe rimasta chiusa per un caso sospetto di coronavirus. Il direttore del Policlinico ha poi presentato una querela.
Azienda USL di Modena
Anche il Comune di Sassuolo sulla sua pagina Facebook ufficiale ha sottolineato la ferma convinzione a ricorrere per vie legali. Ha istituito infatti un team specializzato nel rintracciare la fonte delle cattive informazioni circolate tra i cittadini. “L’Azienda USL di Modena ha presentato due denunce alle forze dell’ordine. In particolare alla Polizia Postale, relative a due messaggi audio contenenti notizie false e allarmistiche in merito al tema coronavirus“.
Prima di condividere le notizie è bene fare attenzione alla loro veridicità
E’ normale essere preoccupati per la situazione ma, per evitare di alimentare ulteriori bufale e fake news, è importante sviluppare una consapevolezza digitale. Bisogna sempre perciò controllare le fonti delle notizie, osservare con spirito critico chi e come fornisce le informazioni, fidarsi dei comunicati stampa autentici e invitare sempre di più al dialogo, piuttosto che ad un copia e incolla automatico dei post e messaggi.
Noi di Digital Education Lab reputiamo molto importante la creazione di una propria consapevolezza digitale, tanto che lo insegniamo fin da subito ai nostri studenti!
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