Le sette domande per capire se vostro figlio ha una dipendenza da tablet
Device molto discussi in questo decennio, non sostituranno a breve i portatili, ma restano ad esempio una fonte d’intrattenimento per i più piccoli. con il rischio che possa diventare una dipendenza.
La questione è sentita al livello internazionale, negli Stati Uniti sono nate già da anni strutture di aiuto sia nella prevenzione che nella cura.
In Italia ci sono esempi molto interessanti nelle strutture pubbliche come il Policlinico Gemelli di Roma. In particolare di Media Psychology Lab di Michigan University ha recentemente pubblicato uno studio sui segnali che dovrebbero mettere in guardia i genitori.
Bambine e bambini infatti sono impegnati spesso grazie a le cosiddette “killer apps” presenti negli store iOS e Android. Dalle applicazioni che stimolano la conoscenza fino ai più comuni videogiochi, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. A questo proposito abbiamo stilato una lista di sette domande per capire se vostro figlio ha una dipendenza da tablet. Per saper monitorare le loro attività e stare attenti che non esagerino sia nei modi che nell’uso. Un approccio responsabile può prevenire una serie di grattacapi già sul nascere.
La domanda principe in merito alla dipendenza da tablet: ha sviluppato una perdita dell’interesse?
Bisogna essere bravi a valutare le attività del soggetto “prima” e “dopo” l’uso di tale apparecchiatura. Riflettendo se essa ha qualche ripercussione significativa nei confronti della sua soglia di attenzione. Indipendentemente se si parla dell’ambito scolastico o nella sfera sociale verso i suoi coetanei.
L’uso del device è la sua preoccupazione principale?
Valutare quali siano le priorità della sua vita è fondamentale. Comprendere se i discorsi che sviluppa il ragazzo o le sue attività siano in qualche modo sempre subordinate a tale fonte d’ intrattenimento. A volte avvicinarsi al tasto di accensione di un terminale può essere superfluo. È determinante capire (e fargli comprendere) quando.
Il dispositivo tende a distoglierlo dalle attività con la famiglia?
La normale routine di un nucleo può essere danneggiata e un semplice congegno può divenire un elemento di disturbo. L’avvicinare lo strumento a tavola oppure il ritardare una normale azione quale il lavarsi i denti per perché non si è ancora conclusa una sessione digitale. Questi possono essere esempi di avvisaglie da non sottovalutare.
Il bambino assume atteggiamenti di frustrazione dinnanzi a divieti?
Regolamentare l’uso di terminali è un imperativo per i genitori. Nel caso vostro figlio si mostri particolarmente incline alla protesta verso i limiti imposti è da cogliere come un campanello d’allarme. Soprattutto se in forma continuata. Magari al punto tale da portare rancore verso queste misure di buon senso che in realtà sono solo a sua protezione.
La quantità di tempo che trascorre con gli apparecchi elettronici sta forse aumentando?
Non sempre fattore principale (più che “quanto” importa il “come”) è comunque un parametro rilevante. L’incremento delle ore passate a digitare quasi sempre comporta il sacrificio temporale. Ciò lo allontana da altre attività che precedentemente il soggetto svolgeva. Il rischio di alienarsi potrebbe anche essere dietro l’angolo.
Lo usa mai di nascosto?
Tale elemento può rappresentare un’aggravante rispetto alla normale protesta sui divieti. Perché comporta una risoluzione del conflitto con i genitori tramite un gesto che mina il suo rapporto di fiducia con essi. A quel punto il ragazzo preferisce mettere al primo posto la sua attività ludica a qualunque costo. Sacrificando persino i principi base che gli vengono trasmessi nel processo educativo.
Il tablet è l’unico elemento capace di migliorare il suo equilibrio emotivo?
Anche in alcuni atteggiamenti di apparente positività può nascondersi uno spunto su cui discutere. Dinnanzi ad una brutta giornata è salutare farlo distrarre o svagare un po’ dinnanzi al touchscreen. Ma attenzione a non farla diventare una panacea per ogni situazione. A migliorare l’umore devono essere sempre più fattori, in cui comprendere il dialogo, il tempo trascorso con mamma e papà e la risoluzione di problematiche affrontabili/affrontate assieme.
Agire in tempo
Certe situazioni sono ovviamente delicate e non devono essere solo affrontate con autodiagnosi. Qualora fossero riscontrate diverse di queste avvisaglie, la cosa migliore da fare è rivolgersi ad uno specialista. Senza dimenticare di continuare a seguirci, per rimanere sempre aggiornati in merito a queste ed altre tematiche. La prevenzione in questi casi passa anche da piccoli gesti.
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