L’ombra del cyberbullismo sul suicidio di una tredicenne romana
In passato vi abbiamo messo in guardia dalle possibili insidie che si nascondono dietro ThisCrush, una celebre applicazione di moda tra gli adolescenti. Essa permette di inviare messaggi del tutto anonimi al destinatario, dando sia la possibilità di confessare qualsiasi cosa, che di creare scompiglio rimanendo nell’ombra. Nonostante l’app non sia più popolare come un anno fa, il suo nome continua ad apparire in episodi di cronaca, come quello di una settimana fa verificatosi a Roma. In questa ennesima tragedia a danno di una minorenne, si cela ancora l’ombra del cyberbullismo.
I fatti
La Procura da giorni indaga sulla morte della ragazza, Ludovica, ipotizzando l’istigazione al suicidio. Il nome è di fantasia ma la vicenda, purtroppo, è reale. Una tredicenne che alle 19 di due domeniche fa, si è lanciata dalla finestra di casa sua, al nono piano di un palazzo a Valle Aurelia. Il tremendo sospetto della polizia è che, ad indurre la ragazzina al gesto estremo, siano state anche alcune frasi a lei rivolte su ThisCrush.
L’aggravante
Ciò che ancora più inquieta gli investigatori è il sospetto che qualcuno, una volta saputo del tragico gesto, abbia cancellato alcuni dei messaggi incriminati. «Se tu non esistessi sarebbe tutto migliore» accompagnato da un insulto, questo era un post datato 5 Settembre ed ora non più visibile. L’eliminazione del commento è stato reso possibile da uno degli ultimi aggiornamenti dell’applicazione che dà la possibilità di rimuovere i messaggi postati.
Chi se ne sta occupando
Le delicate indagini sono curate dagli specialisti della IV Sezione della Squadra Mobile, che sta visionando il telefonino della ragazzina con la collaborazione della Polizia Postale. I pm di piazzale Clodio coinvolti nel caso, stanno inoltre approfondendo su un tentativo di suicidio sventato una settimana esatta fa da due poliziotte sempre a Roma, nel quartiere San Giovanni. Una bambina di 10 anni stava per gettarsi nel vuoto dal balcone dell’abitazione della nonna, sembra di nuovo a causa del cyberbullismo.
La ricostruzione della vicenda di Ludovica
Un’ora prima dell’accaduto la madre aveva telefonato a casa per sincerarsi di come stesse la figlia, non riscontrando alcuna anomalia nei suoi atteggiamenti. Alle 19.30 invece la drammatica scoperta. Lo smartphone della figlia era accanto alla finestra aperta. I poliziotti corsi sul luogo dell’evento non hanno potuto far altro che occuparsi del genitore in stato di shock per l’accaduto. Ludovica utilizzava ThisCrush da oltre un anno e si era confidata con le sue amiche di attraversare un periodo particolarmente triste.
La dichiarazione del presidente della commissione bicamerale per l’infanzia
“Occorre intervenire in maniera sinergica. Coinvolgendo congiuntamente scuola, famiglia, istituzione e autorità giudiziaria. Bisogna garantire la certezza della pena e potenziare le misure di prevenzione con apposite campagne. Esse devono coinvolgere in primis le famiglie, prime sentinelle in grado di intercettare il comportamento dei propri figli e il malessere dietro cui si cela la violenza, sia essa subìta o inferta. Nel corso della indagine conoscitiva sul cyberbullismo, la Commissione Infanzia ha chiesto ai ministri audìti di stanziare adeguate risorse per sostenere le iniziative informative e formative. Esse devono essere rivolte alle famiglie e a tutti quegli attori sociali che gravitano attorno alla vita del minore. Inoltre, come ho previsto nel mio disegno di legge, è imprescindibile il coinvolgimento degli operatori di rete prevedendo come obbligatoria e gratuita l’installazione di filtri di protezione e di sistemi di parental control su tutti i devices. ”
La chiosa risulta importantissima
Lucia Ronzulli ci tiene anche a specificare: “La battaglia al cyberbullismo può essere vincente solo se condivisa da tutte le parti sociali e istituzionali, altrimenti resterà solo metà retorica politica“. Una specifica importante che dovrebbe arrivare innanzitutto agli addetti ai lavori. Ma andrebbero coinvolti anche i community manager di certe applicazioni che con i loro aggiornamenti, anche involontariamente, complicano i tempi di ricostruzione di simili vicende.