Twitter contro gli utenti Fake, ma a suo discapito.
Nel 2014 saltò la possibilità che Instagram si fondesse con il social del famoso uccellino stilizzato dai (ex) 140 caratteri. Quel mancato accordo di fusione sancì comunque ad una svolta. Portando il mondo delle foto ad una nuova dimensione mediatica in pochi mesi. Metaforicamente Instagram “scippò” gli Hashtag al suo concorrente in pochissimo tempo. Fu da allora che il Social network delle sentenze brevi iniziò a vivere il periodo di declino che tutt’ora persiste. Ma nonostante ciò la strategia dell’azienda è rimasta trasparente e a vantaggio dei suoi affezionati clienti. Oggi parleremo proprio dell’attività di Twitter contro gli utenti Fake.
Una crociata per giusta causa.
Non solo Facebook ed Instagram. Anche Twitter si è stufata di quella popolazione silenziosa di utenti non identificati. Ove spesso si annidano Troll, profili doppi o altri creati per ingrassare a pagamento l’ego degli influencer o ditte che vogliono mostrare i grandi numeri mediatici come forma di autorevolezza. Ma Twitter ha deciso di dire basta a tutto ciò, mettendo in campo una robusta task force. Un atto dovuto, per salvaguardare gli utenti che navigano ancora in maniera attiva sul canale. Ma tutto ciò ha avuto un prezzo.
Nove milioni.
A tanto ammonta la quota di utenti persi in questa operazione. Il report interno di un paio di tre settimane fa segnala che la propria base di utenti mensili è calata a 326 milioni, dai precedenti 335 del trimestre scorso. Il precedente blocco tri mensile aveva comunque mostrato una emorragia di users, con ben un milione di bot eliminati. Ove per bot si intende un account creato in automatico da un processo, senza che dietro ci sia nemmeno un utente a falsificare i propri dati. Insomma, utenze che è meglio perdere che trovarne.
Le dichiarazioni
“Preferiamo investire sulla salute [della piattaforma] come un vettore di crescita a lungo termine”, ha così esordito Jack Dorsey, amministratore delegato di Twitter, durante una chiamata con gli investitori. Ha poi precisato:“Questa è un’iniziativa estremamente importante per noi, non solo per l’esperienza di Twitter, ma riteniamo che permetta una crescita a lungo termine“. E stiamo parlando di un sacrificio numerico comunque importante, per dirne una, Facebook ha guadagnato quasi 40 milioni di utenti solo nell’ultimo trimestre. E queste cifre portano Twitter ad un passo indietro mediatico, verso i dati che aveva nel 2017. Con un possibile rischio dal punto di vista degli introiti pubblicitari, reputazione mediatica del brand e lievi speculazioni giornalistiche.
Quale lezione possiamo trarne?
Che se anche una importante società come Twitter è disposta a rinunciare ai numeri “gonfiati”, possiamo tranquillamente farlo nel nostro piccolo anche noi. Evitando richieste di amicizia superflue, evitando un atteggiamento poco spontaneo e più teatrale per ottenere ammirazione digitale. Ancor più da esempio potrebbe valere per i nostri figli, giovani e un po’ ossessionati dal lato di una popolarità semplice garantita attraverso tanti “Mi Piace” o l’aggiunta di “seguaci” a tutti i costi. L’insegnare loro il non pensare già subito da influencer, ma ad una dimensione più consona alla loro età e circostanza. Una piccola lezione di un Social umile, coi piedi per terra. Forse è anche per questa ragione che Twitter eviterà a breve l’epilogo che abbiamo visto di Google+ in questi mesi.
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